Crescita e Sviluppo: Segnali di Allarme

Le compulsioni o rituali

La tendenza alla rigidità diventa cosi forte in molti bambini verso gli otto, nove o dieci anni

Queste compulsioni (definite anche rituali, sono comportamenti ripetitivi) potrebbero sfociare in abitudini nevrotiche. Probabilmente le ricordate dalla vostra infanzia. La più comune è quella di saltare le fessure segnate sul marciapiede. Non v’è alcun senso, semplicemente avete la convinzione superstiziosa di doverlo fare. È ciò che uno psichiatra chiama una “compulsione”. Altri esempi sono il toccare un paletto ogni tre in una stecconata, formare numeri da una targa d’automobile, pronunciare certe parole prima di oltrepassare una porta. Alcuni contano i passi e se pensano d’aver fatto uno sbaglio devono tornare indietro fin dove erano, assolutamente sicuri di essere nel giusto o ricominciare da capo.

Il significato nascosto di una compulsione vien fuori ad esempio in quello spensierato detto che è proprio dei ragazzi americani: “Se pesti una fessura, rompi la schiena della nonna”. Ciascuno a volte ha sentimenti ostili verso le persone a lui vicine, ma la sua coscienza sarebbe impressionata all’idea di far loro veramente del male e lo ammonisce a tener lontani dalla mente tali pensieri. E se la coscienza di un individuo diventa eccessivamente rigida, continua a tormentarlo per tali “cattivi” pensieri, anche dopo che egli è riuscito a nasconderli nel subcosciente. Egli si sente ancora colpevole, sebbene ignori il perché. La sua coscienza è tranquillizzata soltanto quando il ragazzo è più che prudente e corretto in una cosa senza senso, come il saltare una fessura del marciapiede.

La ragione per cui è facile che un bambino manifesti certe compulsioni verso i 9 anni non è perché i suoi pensieri siano più malvagi di prima, ma perché la sua coscienza diventa naturalmente più rigida in questa fase del suo sviluppo. Forse ora si preoccupa del proprio desiderio represso di fare del male al fratello o al padre o alla nonna, quando lo irritano. Sappiamo che questa è un’età in cui il bambino cerca di sopprimere i pensieri sessuali, e anche questi talora hanno una parte nella compulsione.

Le piccole compulsioni sono così frequenti verso gli 8, 9 e 10 anni, che sorge il problema se debbano essere considerate normali o se si tratti di un sintomo nevrotico. Sono certo più frequenti nei fanciulli educati rigidamente. Ovviamente non è preoccupante una lieve compulsione, come il saltare le fessure, in un bambino di nove anni che è contento, espansivo e fa bene a scuola. D’altra parte sarebbe opportuno una osservazione da parte dello specialista dell’età evolutiva (Neuropsicomotricista), se il bambino presentasse delle compulsioni che gli prendono moltissimo tempo (per esempio, l’eccessivo lavarsi le mani, le precauzioni contro i bacilli), fosse ansioso, preoccupato e poco socievole.

I tic - movimenti stereotipati e incontrollati

I tic sono abitudini nevrotiche, quali l’ammiccamento degli occhi, l’alzata di spalle, le contrazioni della faccia, la tosse secca, la torsione del collo, lo schiarirsi la gola, il soffiare. Come le compulsioni, i tic compaiono più spesso verso i nove anni, ma possono venire a qualsiasi età dopo i due anni. Il movimento di solito è rapido, ripetuto regolarmente e sempre nella stessa forma. È più frequente quando il bambino è sotto tensione. Un tic può durare per settimane o mesi e scomparire da solo, o può essere sostituito da uno nuovo. L’ammiccare, il soffiare, lo schiarirsi la gola, la tosse secca spesso cominciano con un raffreddore, ma continuano poi a manifestarsi quando questo è scomparso. Lo scrollare le spalle può cominciare quando un ragazzo ha un vestito nuovo troppo largo, che gli sembra di perdere. Un bambino può copiare un tic da un altro bambino, sempre che sia già presente in lui uno stato di tensione.

I tic sono più frequenti nei bambini ansiosi, con genitori piuttosto rigidi. Può darsi che ci sia troppa tensione in casa. Talvolta la madre o il padre si rivolgono al bambino troppo duramente dando ordini e correggendolo appena l’hanno sotto gli occhi. Oppure i genitori possono manifestare una costante disapprovazione in modo più calmo o pretendere troppo da lui oppure offrire troppe attività come lezioni di ballo, di musica e di atletica. Se il bambino fosse abbastanza audace da reagire, probabilmente sarebbe meno chiuso in se stesso e meno complessato. Ma, essendo nella maggioranza dei casi troppo educato per farlo, egli soffoca la propria irritazione e questa reagisce alle offese mediante il tic.

Il bambino non deve essere rimproverato o corretto per i suoi tic. Questi sono praticamente fuori del suo controllo. Il massimo sforzo deve essere fatto per rendere la vita in famiglia tranquilla e piacevole. Cercate quindi di sgridarlo il meno possibile e di rendergli la scuola e la sua vita sociale appaganti. Non bisogna confondere i tic con la corea e il nervosismo e l’irrequietezza generali.

Se persistono, è necessario contattare un esperto della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva.