Cambiamento nelle abitudini di alimentazione del bambino

Diventa più schizzinoso per diverse ragioni e non mangia

Verso l'anno e facile che il bambino cambi i gusti per il cibo. Diventa più schizzinoso e meno affamato. Ciò non deve sorprendervi; se continuasse a mangiare e ad aumentare di peso come quando era lattante, diventerebbe una montagna. Ora sembra che si renda conto di aver tutto il tempo di esaminare il pasto e si chieda: “Che cosa ha un bell’aspetto oggi e che cosa non mi va?” Quale contrasto col suo comportamento a otto mesi! Allora gli sembrava di morir di fame, verso l'ora del pasto. Piagnucolava in modo commovente, quando il genitore gli indossava il bavaglino e si chinava verso di lui a ogni boccone. Non importava molto che cosa gli desse: aveva troppa fame per badarci.

Vi sono altri motivi, a parte quello di non avere più così fame, che lo rendono schizzinoso. Incomincia a comprendere di essere una persona ben distinta con idee proprie, quindi diventa deciso nel rifiutare un cibo di cui fino allora era rimasto in dubbio. Anche la sua memoria migliora. Probabilmente ha capito la situazione: “Qui i pasti sono serviti piuttosto regolarmente e durano abbastanza perché io possa avere ciò che voglio”.

La dentizione spesso toglie l'appetito al bambino, specialmente quando spuntano i primi molari. Può darsi che per qualche giorno mangi la metà del solito o qualche volta rifiuti un intero pasto. Infine, e forse più importante, c'è il fatto che l'appetito varia naturalmente da un giorno all’altro e anche da una settimana all’altra. Noi adulti sappiamo che un giorno ci alletta un gran bicchiere di succo di pomodoro e un altro giorno ci sembra migliore la zuppa di piselli. Lo stesso avviene ai bambini. Ma, la ragione per cui non vedete più spesso questa variazione nei neonati sotto l'anno, è che in genere sono troppo affamati per rifiutare qualcosa.

Gli esperimenti della Davis sull'appetito

La dottoressa Clara Davis volle vedere che cosa mangerebbero i bambini se fossero lasciati a sé, con una varietà di alimenti sani fra cui scegliere. Non cominciò con bambini grandi, per paura che avessero già alcuni pregiudizi sul cibo. Così prese tre neonati, dagli 8 ai 10 mesi di età, che prima non avevano mai avuto altro da mangiare che latte materno, e li portò a vivere in un posto in cui potevano essere osservati attentamente.

Ed ecco come i bambini furono alimentati. A ogni pasto l'infermiera metteva loro davanti sei, otto piatti contenenti una varietà di alimenti sani, non elaborati. Cerano verdure, frutta, uova, pappe, carne, pane di frumento, latte, acqua e succhi di frutta. All’infermiera fu ordinato di non aiutare il bambino finché questi non manifestava il suo desiderio. Il bimbo di otto mesi si china e caccia il pugno in un piatto di bietole e poi cerca di mangiarle con le mani. Allora l'infermiera gli può dare un cucchiaino di bietole. Poi deve aspettare finché egli dimostra di nuovo la sua scelta. Un altro cucchiaino di bietole o magari un passato di mele.

La dottoressa Clara Davis scoprì così tre cose importanti.

  1. Primo: i bambini che sceglievano la propria dieta da una varietà di alimenti naturali si sviluppavano molto bene; nessuno diventò troppo grasso o troppo magro.
  2. Secondo: ogni bambino, durante un certo periodo, sceglieva ciò che secondo ogni scienziato costituiva una dieta bene equilibrata.
  3. Terzo: da un pasto all'altro e da un giorno all'altro l'appetito variava moltissimo.

Ogni pasto singolo non era bene equilibrato. Per parecchi pasti di fila un bambino si nutriva solo di verdura. Poi cambiava e per un po' mangiava solo amidi. Talvolta invece gli saltava il ticchio di fare un pasto intero esclusivamente di bietole, mangiandone magari una quantità quattro volte maggiore dl quella che un adulto considererebbe sufficiente. E dopo questa follia non vomitava, né soffriva di mal di pancia o diarrea. Un bambino talvolta beveva perfino un litro di latte, oltre al pasto regolare, e il pasto successivo ne voleva pochissimo. Un bambino, diverse volte, mangiò fino a sei uova sode, oltre al suo pasto completo. La dottoressa Davis tenne nota della quantità di carne ingerita da un bambino nel periodo di diversi giorni. Egli continuava per un po' mangiando una porzione media di carne, e poi il suo appetito per la carne cominciava ad aumentare. Poteva arrivare a mangiare fino a quattro volte la sua porzione solita, manteneva tale ritmo per parecchi giorni e poi smetteva. Il modo in cui questo desiderio di carne aumentava a poco a poco e poi diminuiva di nuovo, suggerì alla dottoressa Davis che ci fosse una vera necessità fisica per qualcosa contenuto in quella carne, che influenzava l'appetito per vari giorni. La dottoressa Davis infine continuò l’esperimento anche con molti bambini più grandi, perfino ricoverati in ospedale, e trovò che i risultati corrispondevano.

Che cosa possono imparare i genitori dalla dottoressa Davis

I buoni risultati di questo metodo sperimentale di alimentazione non dimostrano che i genitori devono preparare al bambino sei, sette, otto piatti a ogni pasto, come gli antipasti di un ristorante svedese. Ma, dimostra che può fidarsi dell’appetito del bambino, se non è viziato, perché si scelga una dieta sana, qualora essi gli preparino una varietà ragionevole di quegli alimenti naturali, non elaborati, che in quel periodo a lui piace mangiare. Significa che possono lasciargli mangiare porzioni maggiori del solito di un cibo che il suo stomaco desidera, senza preoccuparsi per le conseguenze. Cosa ancora più importante, significa che loro non devono preoccuparsi se per un certo periodo non gli piace la verdura.

È difficile per noi adulti avere questa fiducia nell'appetito dei nostri bambini. Abbiamo tanto sentito parlare dagli scienziati di ciò che dobbiamo mangiare, che abbiamo dimenticato che per milioni di anni i nostri organismi hanno saputo regolarsi benissimo. Ogni specie di bruco sa con sicurezza che tipo di foglie può mangiare e rifiuta tutte le altre. Il cerbiatto percorre miglia e miglia per trovare la sorgente salata di cui ha bisogno. Il pettirosso sa ciò che gli fa bene, senza essere mai andato a una conferenza. Non ci sorprenda che anche l’uomo abbia qualche conoscenza istintiva di ciò che è buono per lui. Questo non significa che un bambino o un adulto mangerà sempre ciò che gli fa bene, né che i genitori non abbiano bisogno di conoscere da che cosa sia costituita una dieta equilibrata. Se una madre non sapesse far altro che offrire al figlio Krapfen, brioscia, merendine, cioccolate, caramelle e latte, a ogni pasto, egli non avrebbe l’occasione di prendere una dieta equilibrata di propria scelta, per quanto sani possano essere i suoi istinti. È importante che i genitori conoscano il valore della verdura, della frutta, del latte, della carne, delle uova, dei cereali, in modo da poter offrire al bambino una certa varietà che soddisfi tutti i suoi bisogni. Ma è anche importante per loro sapere che gli istinti del figlio sono sani, che il suo appetito varierà naturalmente, che cercherà probabilmente di mantenere una dieta equilibrata, in un lungo periodo di tempo, se non gli si insegnano troppi pregiudizi.

Lasciateli liberi di non mangiare certe verdure per un po' di tempo

Vostra figlia o figlio si rifiuta improvvisamente di mangiare una verdura che la settimana scorsa adorava. Lasciatela fare. Se non fate una tragedia oggi, probabilmente riprenderà a mangiarla fra una settimana o un mese. Ma, se insistete perché la mangi quando non la vuole, non farete che convincerla che quel dato alimento è il suo nemico, Convertirete un'antipatia temporanea in un odio permanente. Se rifiuta la stessa verdura due volte di seguito, sospendetela per un paio di settimane. Naturalmente vi darà fastidio comperare un cibo, prepararlo, servirlo e vedervelo rifiutare da un’ostinata creatura che andava matta per la stessa cosa pochi giorni prima. È difficile non irritarsi e non diventare autoritari in una simile circostanza, ma è peggio per le idee che la bambina si formerà riguardo al cibo se si cerca di sforzarla e di insistere. Se la bimba lascia nel piatto mezza porzione di verdura per un po' di tempo, come spesso accade nel secondo anno, preparatele altre verdure che le piacciano. Questo è un saggio e piacevole modo di trarre vantaggio dalla grande varietà di verdura fresca e in scatola che abbiamo a nostra disposizione. Se per un po' di tempo rifiuta tutte le verdure ma adora la frutta, dategliene una dose in più. Se prende abbastanza frutta, latte e le sue eventuali vitamine in gocce, non le viene a mancare nulla del contenuto nutritivo delle verdure.

Che fare se si stancano dei cereali?

Molti bambini sono stufi dei cereali durante il secondo anno, specialmente per cena. Non cercate di costringerli. Ci sono molti surrogati. Anche se vuole sospendere tutti gli amidi per qualche giorno o settimana, non gli farà male.

Non preoccupatevi se a volte vuole meno latte

Il latte è un alimento molto utile. Fornisce quantità notevoli di quasi tutti gli elementi importanti per la dieta di un bambino. Ma, è utile ricordare che nelle parti del mondo dove non esistono mucche o capre, i bambini traggono queste sostanze da altri cibi, una volta finito il periodo dell'allattamento. È anche bene sapere che una media di mezzo litro al giorno coprirà certamente le necessità di quasi tutti i bambini da uno atre anni che prendano una buona dieta. Molti bambini, da uno a due anni, vogliono ridurre la porzione giornaliera a un massimo di mezzo litro, almeno per un po' di tempo. Se i genitori se ne preoccupano e cominciano a insistere o a forzarlo con quantità maggiori, è facile che il bambino si disgusti per sempre. Alla lunga egli prenderà meno latte che se fosse stato lasciato a sé.

Non continuate a offrirgli ancora il bicchiere o il biberon, quando ha dimostrato di non provare alcun interesse. Ogni volta che deve rifiutare, diventa più deciso a non volerlo. Se diminuisce sino a 250 grammi al giorno, aspettate qualche giorno e vedete se non aumenta di nuovo. Se continua a berne meno di mezzo litro, vi sono molti altri modi di usare il latte nella dieta; il latte in questi modi è altrettanto nutriente così come quando viene direttamente dalla mucca.

Se un bambino continua per due o tre settimane a bere meno di mezzo litro al giorno di latte anche sotto qualsiasi altra forma, dovete dirlo al medico, il quale se lo ritiene opportuno, potrà prescrivere il calcio in qualche altro preparato, finché l'appetito del bambino per il latte ritornerà.

Non vuole mangiare niente: siate cauti con i problemi dell’alimentazione

É molto importante discutere ed esaminare i cambiamenti naturali che si verificano nell’appetito di un bambino a quest’età. In genere i problemi dell’alimentazione iniziano fra il primo e il secondo anno, quasi mai prima. Una volta che il bambino è diventato ostinato, una volta che i genitori sono tesi e preoccupati, il male è già fatto. Più i genitori insistono e meno il bambino mangia. E meno mangia e più i genitori diventano ansiosi. Il pasto si trasforma in una tragedia. Il problema può durare anni e anni e la tensione che si sviluppa fra genitori e figlio può dare origine ad altri problemi di comportamento.

Il miglior modo per far mangiare bene il bambino è di lasciargli considerare il cibo una cosa piacevole. Lasciategli mangiare una quantità maggiore del solito di un alimento sano, meno o nulla di un altro, se non gli garba. Quando gli preparate i pasti, scegliete una dieta bene equilibrata ma sceglietela fra tutti gli alimenti che veramente gli piacciono. Aspettatevi che i suoi gusti cambino da un mese all’altro. Ad ogni modo informate il pediatra che vi potrà consigliare soluzioni per fare le aggiunte alla dieta di nuovi alimenti e per quelli da sostituire agli altri che temporaneamente rifiuta.

Vi sono molte probabilità, se non suscitate una battaglia, che il bambino segua una dieta abbastanza equilibrata nel corso di parecchie settimane, sebbene da un giorno all’altro o da un pasto all’altro possa essere un po' uniforme nelle sue preferenze. Se rimane irregolare per settimane, dovete sottoporre il problema a un medico.

Lo stare in piedi e il giocare durante i pasti

Questo può essere un notevole problema, anche prima della fine di un anno. Si presenta perché il bambino è meno vorace, più interessato a tutte le specie di nuove attività come arrampicarsi, maneggiare il cucchiaio, pasticciare nel piatto, capovolgere la tazza, gettare oggetti sul pavimento. È possibile che ci sia un bimbo di dodici mesi che viene imboccato per tutto il pasto stando in piedi all'indietro sul seggiolone o anche facendosi seguire per tutta la casa da genitori disperati, che tengono in mano il piatto e il cucchiaio.

Il giocare durante il pasto è soltanto un indice che il bambino cresce e che i genitori sono più in ansia di lui, quanto al mangiare.

Naturalmente è una cosa che fa perdere la pazienza e che alla lunga può far anche sorgere dei problemi di alimentazione. È necessario prendere le dovute precauzioni. Probabilmente, si arrampica e gioca quando è in parte o completamente sazio, non quando ha veramente fame; quindi, quando perde interesse per il cibo, deducete che ne ha abbastanza, lasciatelo scendere dalla sedia e portate via il piatto senza richiamare la sua attenzione. Siate amichevole. Se dovesse immediatamente piangere per riavere il piatto, come per significare che non intendeva aver finito, offritegli un'altra occasione. Ma se non manifesta dispiacere, non cercate di dargli da mangiare un po' più tardi. Se ha troppa fame tra un pasto e l'altro, dategli un po' più del solito nello spuntino, oppure dategli il pasto regolare successivo un po' più presto. Se interromperete sempre il pasto quando il suo interesse diminuisce, egli farà il suo dovere ponendo attenzione quando ha fame.

Inoltre, il bambino verso l'anno ha un prepotente stimolo ad affondare le dita nella verdura, a premere un po' di pappa nella mano oppure a spandere qualche goccia di latte sul vassoio. Questo non è un prendervi in giro. Magari nello stesso tempo apre la bocca di buona voglia per ricevere il cucchiaio. Non è necessario interrompere il pasto soltanto per questo motivo e potete anche permettergli (in maniera limitata e controllata) di provare la sensazione del cibo. Se cerca di capovolgere il piatto, teneteglielo fermo. Se insiste, mettetelo fuori della sua portata per un po' di tempo.

Lasciatelo mangiare presto da solo: è il momento di smettere di imboccarlo

L’età in cui il bambino mangia da solo dipende molto dall’atteggiamento dell’adulto. La dottoressa Davis, nei suoi esperimenti sulla dieta scelta dai bambini, trovò che alcuni neonati mangiavano bene da soli con il cucchiaio prima di un anno. All’altro estremo, un genitore iperprotettivo giurerà  che il suo bambino di due anni non è assolutamente in grado di mangiare da solo. Dipende da quando voi gliene offrite l’occasione.

Quasi tutti i bambini manifestano l'ambizione di maneggiare il cucchiaio verso l'anno, e se hanno l'opportunità di far pratica, molti possono farlo bene e senza aiuto a quindici mesi. Alcuni non sviluppano questa capacità fino a diciotto mesi.

Il bambino acquista una certa abitudine all'uso del cucchiaio fin dai sei mesi, quando tiene in mano il suo biscotto. Poi verso i nove mesi, quando riceve la carne tritata, vorrà prenderne alcuni pezzetti e metterseli in bocca. Il bambino che non ha mai avuto il permesso di mangiare da solo con le dita, è facile che sia tardivo nel mangiare col cucchiaio.

Un bambino di dieci o dodici mesi educato a ciò vorrà tenere la manina su quella della mamma o del papà quando lo imbocca. Ma in generale, quando viene loro fantasia, quasi tutti i bambini cercano di strappare il cucchiaio dalla mano dei genitori, i quali penseranno che questo debba essere l’inizio di una lotta; non è il caso, non fate storie, prendete un altro cucchiaio per voi e date al bambino il cucchiaio che vuole. Il bimbo presto scopre che è più complicato di quel che credeva, e non soltanto una semplice presa di possesso del cucchiaio. Impiegherà settimane ad imparare come si fa a prendere su col cucchiaio un pezzetto di cibo, e altre settimane ancora per imparare a non capovolgerlo nel passaggio dal piatto alla bocca. Si stancherà del tentativo di mangiare, e invece mescolerà o giocherà con la pappa. Allora è giunto il momento di mettere il piatto lontano dalla sua portata, forse lasciandogli qualche briciola di carne davanti perché si eserciti.

Anche quando fa seri tentativi di mangiare da solo correttamente, farà una quantità di pasticci accidentalmente e dovete abituarvi a sopportarli. Se vi preoccupate del tappeto, mettete un largo foglio di carta oleata sotto la sua sedia. Sarà utile usare un piatto riscaldato con acqua bollente e suddiviso in scomparti. Gli tiene caldo il cibo, è più difficile da sollevare e ha un orlo alto contro il quale spingere il cibo. I cucchiai per bambini col manico arcuato dovrebbero essere facili da tenere, ma sono più difficili dei cucchiaini col manico diritto.

Ricordate che il bambino deve rendersi conto per imparare. Se la bimba di un anno riesce a mangiare da sola, lasciatela fare senza aiutarla. Non è sufficiente dare alla bimba il cucchiaio e l’occasione di usarlo, ma dovete darle poco a poco più motivi di usarlo. Dapprima lei tenta, perché vuol fare le cose da sola. Ma quando ha visto com’è complicato, è facile che rinunci a tutta la faccenda, se continuate a imboccarla rapidamente ed alla prima sua resa. In altre parole, quando incomincia a essere capace di portarsi un pezzetto alla bocca, dovete lasciarla stare qualche minuto da sola col cibo, soprattutto all’inizio del pasto quando ha più fame, anche se la vedete in difficoltà. Allora l’appetito la stimola a continuare il tentativo. Meglio riesce, più a lungo bisogna lasciarla fare da sola ad ogni pasto.

Quando sa svuotare il suo piatto favorito in dieci minuti, per voi è ora di allontanarvi dalla scena. Questo è il punto in cui spesso i genitori sbagliano. Dicono: “Sa mangiare da sola la carne e la frutta, ma devo ancora imboccarla per la verdura, le patate e i cereali”. È un po' rischioso. Se vostra figlia è capace di disimpegnarsi con un piatto, ha sufficiente abilità per farlo anche con gli altri. Se continuate a imboccarla per quelli che non la interessano, formerete una distinzione sempre più netta fra i cibi che lei vuole e quelli che voi volete che prenda. Alla fine, le toglierete l’appetito per i vostri cibi, accentuando di più il rifiuto verso determinate pietanze. Ma, se fate attenzione a prepararle una dieta bene equilibrata, scegliendo il più possibile fra gli alimenti che le piacciono, e la lasciate mangiare completamente da sola, vi sono molte probabilità che rimanga in buon equilibrio da una settimana all’altra, anche se in certi pasti rinunzia a questo o a quel cibo.

Non preoccupatevi per le buone maniere. I bambini vogliono mangiare con più abilità e pulizia e fare tutto da soli. Vogliono essere “promossi” dalle dita al cucchiaio e dal cucchiaio alla forchetta, appena si sentono all'altezza del compito, così come vogliono tentare tutte le cose difficili che vedono fare dagli altri. La dottoressa Davis notò appunto queste cose nei bambini tenuti in osservazione che non venivano affatto istruiti, e mise in evidenza che i cuccioli di animali manifestano lo stesso stimolo a imparare il modo di mangiare senza insegnamenti. All'inizio ficcano le zampe nella ciotola del latte e affondano dentro il muso. Per prima cosa imparano a tener fuori le zampe, poi a leccare il latte senza immergervi il muso, infine a leccarsi educatamente i baffi quando hanno finito.

Si pone l’accento sul fatto che bisogna lasciare che i bambini imparino a mangiare da soli fra i dodici e i quindici mesi, perché questo è il momento in cui vogliono provare. Supponiamo che un genitore impedisca a un bambino di farlo a quest’età e poi a 21 mesi gli dica: “Su pigrone, è ora che tu mangi da solo”. Allora è probabile che il bambino assuma l’atteggiamento di chi pensa che sia sua abitudine e privilegio di essere imboccato. Egli ha raggiunto una fase più progredita, in cui non è più interessante il tentativo di maneggiare un cucchiaio. Infatti, il suo senso di convenienza si ribella. I genitori hanno perso un'occasione d'oro.

Ad ogni modo non è mai tardi per utilizzare i consigli sopraindicati.Non prendete tutto ciò troppo sul serio, pensando che esista soltanto un’età adatta, non preoccupatevi perché vostro figlio non fa sufficienti progressi, non cercate di forzarlo a mangiare da solo quando non è ancora maturo per far ciò o non ne ha voglia. Creereste altri problemi. È necessario sottolineare che i neonati vogliono imparare questa attività prima di quanto credano molti genitori, e che è importante che a poco a poco essi smettano di imboccarlo quando il bambino è in grado di mangiare completamente da solo.