Alimentazione del neonato e nel primo anno di vita

Che valore ha per il bambino l'alimentazione

Il neonato sa tutto sulla dieta

Osservando le istruzioni per la dieta che l'ospedale vi dà quando tornate a casa con il neonato, penserete che nutrire un lattante assomigli un po' alla chimica. Prendete tanti grammi di latte e acqua, mescolate in questo modo, cuoceteli così e così, mettete esattamente cento grammi  e dategli da mangiare alle sei e alle dieci del mattino, alle due e alle sei del pomeriggio, alle dieci di sera e alle due di notte. Le istruzioni vi danno tutti i particolari, ma dimenticano di dirvi che il cibo è destinato a un individuo che sa benissimo quanto ne vuole e quando ha fame di nuovo. È vero che avete la responsabilità di preparare con cura la pappa. La quantità è stata calcolata dal medico in base al peso del bambino e a quanto mangiava in ospedale. Voi avete fatto il vostro dovere. Ma il bambino sa di quante calorie ha bisogno il suo corpo e che cosa può digerire. Se non mangia abbastanza, probabilmente piangerà per averne ancora. Credetegli, e chiedete consiglio al medico. Se il bambino non riesce a finire ogni biberon, lasciatelo smettere quando ne ha abbastanza.

Immaginate il primo anno di vita in questo modo: il bambino si sveglia perché ha fame, piange perché vuol mangiare. È così impaziente quando gli si mette in bocca la tettarella che quasi rabbrividisce. Quando succhia, vedrete quale intensa esperienza è per lui: forse suda. Se interrompete la poppata a metà, si metterà a piangere disperatamente. Quando ha avuto ciò che desidera è tutto soddisfatto e si addormenta. Anche quando dorme, talvolta sembra che stia sognando di poppare; la bocca fa movimenti di suzione e la sua espressione è beata. Tutto ciò dimostra che il cibo è la sua grande gioia. Le prime idee sulla vita le apprende dal modo con cui viene nutrito. Le prime idee sul mondo gli vengono dalle persone che gli danno da mangiare.

Se i genitori insistono continuamente perché il bimbo o la bimba mangino più di quanto essi desiderino, è probabile che i bimbi si interesseranno sempre meno al pasto. Possono magari tentare di sfuggire, addormentandosi, sempre più presto prima che la poppata sia finita, oppure possono anche ribellarsi e fare dei capricci. Possono persino perdere delle idee positive e attive riguardo alla vita. È come se pensassero: «La vita è lotta. Questa gente continua a seccarmi. Bisogna lottare per difendersi ».

Quindi non insistete perché mangi più del voluto. Lasciate che goda i suoi pasti, con la sensazione di avere in voi un'amica. In tal modo la sua fiducia, la sua gioia di vivere e il suo amore per le persone prenderanno solide radici nel primo anno di vita.

L'importante istinto di succhiare

Il lattante succhia volentieri per due ragioni: perché ha fame e perché gli piace succhiare.

Se gli date da mangiare a sufficienza, ma non gli date la possibilità di succhiare quanto gli pare, non ne sarà soddisfatto e tenterà di succhiare quel che gli capita: il pugnetto, il pollice o il bavaglino. È importante dargli a ogni pasto un periodo di poppata sufficientemente lungo, e ogni giorno un numero sufficiente di pasti.

All'inizio non bisogna osservare se il bambino veramente succhia il pollice, ma se tenta di farlo.

I neonati di solito perdono peso nei primi giorni

Un neonato nato a termine, allattato artificialmente fin dall'inizio, di solito comincia a crescere dopo pochi giorni, poiché beve e digerisce bene. Il prematuro perde di peso più a lungo e lo riprende più lentamente, poiché all'inizio può prendere soltanto pasti piccoli. Gli occorrono parecchie settimane, prima che raggiunga il peso che aveva alla nascita. Questo ritardo non lo pregiudica, perché egli crescerà più rapidamente in seguito per riguadagnare il tempo perduto. Il neonato allattato al seno naturalmente sarà più lento nel raggiungere il peso della nascita, perché la mamma non è in grado di fornirgli molto latte nei primi quattro o cinque giorni, e anche allora l'afflusso del latte avviene lentamente.

Alcuni genitori si preoccupano senza necessità della perdita iniziale di peso (calo fisiologico). Non possono fare a meno di pensare che sia innaturale e pericoloso che il peso cali invece di aumentare. Può darsi abbiano udito dire che se un neonato diminuisce troppo diventa disidratato e sopravviene la febbre. Per tale ragione, molti ospedali nei primi giorni danno da bere acqua ai neonati allattati al seno, se la mamma non ha ancora latte. Ma l'eventualità di una febbre da disidratazione è modesta (tuttavia esiste) e si può curare anche immediatamente somministrando una data quantità di liquidi.

La preoccupazione per la perdita ponderale non soltanto può turbare la mamma senza ragione, ma può anche indurla ad abbandonare l'allattamento al seno, prima di aver avuto la possibilità di attuarlo. Alcuni ospedali evitano di comunicare alle mamme il peso giornaliero dei bambini per non preoccuparle, ma anche questo metodo ha i suoi svantaggi. La mamma ansiosa immagina il peggio.

È meglio che le mamme capiscano che la perdita di peso è un fatto naturale e lascino tutta la responsabilità al medico.

Orario dei pasti in base alle necessità del bambino

Il vostro medico prescriverà l'orario dei pasti in base alle necessità del bambino: egli si regolerà sul suo peso, il suo appetito, la sua vivacità. I paragrafi che seguono trattano in generale tutto ciò che concerne gli orari.

I suggerimenti specifici sono per quei genitori che non possono andare regolarmente dal medico.

Che cosa significano regolarità e flessibilità

In passato i bambini erano tenuti a un orario rigido. Un neonato di peso medio era allattato alle ore 6, 10, 14, 18, 22 e 2, né prima né dopo, anche se era affamato. I medici non conoscevano bene la causa delle gravi forme intestinali che colpivano ogni anno decine di migliaia di lattanti, e le attribuivano non soltanto alla contaminazione del latte (durante l'imbottigliamento o nella preparazione della pappa), ma anche a errori nei componenti della pappa e a irregolarità di orario.

Medici e infermiere temevano a tal punto l'irregolarità dei pasti che la disapprovavano anche dal punto di vista psicologico, nella convinzione che avrebbe viziato il bambino. Così le madri ignoravano il bambino, tranne che all’ora del pasto; anche il baciarlo sembrava un grave errore. Questa rigidità dette buoni risultati con molti bambini. Quando facevano un pasto abbondante, resistevano per quattro ore, perché il sistema digestivo del lattante funziona così. Tutti siamo abitudinari, a qualsiasi età, e ci adattiamo facilmente agli orari.

Ma c'erano sempre bambini che avevano difficoltà ad adattarsi all'orario regolare nei primi due mesi, bambini il cui stomaco si ribellava all'intervallo di quattro ore, o che invece si addormentavano a metà pasto, bambini irrequieti o facili alle coliche, che piangevano disperatamente ogni giorno per lungo tempo. Ma medici e madri non osavano nutrirli fuori orario e neppure prenderli in braccio.

Era una sofferenza per i bambini ma ancor più per i genitori, che dovevano sforzarsi di non cedere, tappandosi le orecchie e che sarebbero stati felici di consolarli, ma era proibito. Non Si può immaginare com'è bello poter essere sciolti e non repressi, e seguire i propri istinti.

Tuttavia le gravi forme diarroiche quasi scomparvero, specialmente perché il latte veniva pastorizzato e si aveva maggior cura nel preparare la pappa che con l'aiuto del frigorifero si manteneva fresca più a lungo. Ma ci vollero anni prima che i medici provassero ad adottare una certa flessibilità riguardo agli orari; scoprirono così che questa non causava diarrea né indigestione, e non rendeva il bambino viziato.

I primi esperimenti di questo genere furono compiuti dal dottor Preston McLendon, uno psicologo, e da Frances P. Simsarian, una neomadre. Essi volevano scoprire quale tipo di orario un neonato avrebbe stabilito, se fosse stato nutrito al seno dalla madre ogni qualvolta mostrava di aver fame. I primi giorni il bambino non si svegliava di frequente, ma, proprio in coincidenza con la montata del latte materno, il bimbo cominciò a svegliarsi molte volte, circa dieci al giorno: questo nella seconda metà della sua prima settimana di vita. Verso le due settimane, il bimbo si era stabilizzato sulle sei o sette poppate al giorno, a intervalli, però, piuttosto irregolari. Quando il bimbo aveva circa dieci settimane, si stabilizzò da solo su un orario in cui tra ciascuna poppata c'era un intervallo di circa quattro ore.

Questo esperimento fu chiamato «autoregolazione del pasto» e questo termine è diventato ormai famoso; da allora, era il 1942, vi è stata una maggiore elasticità negli orari dei pasti, che ha avuto un effetto benefico sui genitori e sui bambini.

Interpretazioni erronee dell'autoregolazione

Ritengo però che vi siano stati alcuni equivoci. Alcuni giovani genitori, per essere moderni, cadevano nell'eccesso opposto, ossia allattavano il bambino ogni volta che si svegliava, e non lo svegliavano mai all'ora del pasto, come se stessero terminando un esperimento scientifico, o come se considerassero fondamentale l'irregolarità sistematica dei pasti.

Questo può andar bene se il bambino è tranquillo e digerisce bene, se la madre non deve preoccuparsi dei propri orari e non le importa di essere svegliata nel cuor della notte. Ma se il bambino è vivace e nervoso, può esigere un gran numero di pasti e i genitori dormiranno ben poco. Potrà anche capitare che a un anno continui a svegliarsi di notte per una o due poppate.

Ovviamente è un errore seguire il metodo dell'autoregolazione portandolo fino alle estreme conseguenze.

Se seguite questo metodo di autoregolazione, badare di farlo con equilibrio e di non considerarlo alla pari di un’opinione politica o religiosa.

Lo scopo principale dell'orario è di giovare non soltanto al bambino, ma anche ai genitori, che si potranno occupare di lui con più energie e serenità. Specialmente se la madre ha altre occupazioni a ore fisse, è opportuno che segua un certo orario, sia pure non rigidamente, cercando soprattutto di eliminare il pasto della notte, appena è possibile. Regolatevi ragionevolmente in modo che quello che va bene per lui lo sia ugualmente per voi, e viceversa.

Ora siete liberi di fare quello che volete riguardo agli orari, quindi sta a voi decidere e vedere quello che sembra più comodo per il bimbo e, naturalmente, anche per voi.

Se i genitori preferiscono nutrire il bimbo o la bimba seguendo degli orari irregolari per alcuni mesi, non c`è niente di male né per il neonato né per i genitori, se questi sono tipi che detestano gli orari e la puntualità. Se invece i genitori amano la regolarità e hanno altre cose da fare, è meglio che adottino un altro metodo. Il consiglio è che non si mettano in testa che più sacrifici fanno per il bambino meglio è per lui; oppure che, allo scopo di dimostrare a tutti i costi che sono dei buoni genitori, non arrivino a fare tutto il contrario di ciò che è più conveniente per loro. Questi atteggiamenti finiscono per creare, alla lunga, dei problemi.

Norme generali per l'orario

La cosa principale per i bambini è che non li lasciate piangere troppo a lungo quando hanno fame e vogliono mangiare. Non importa loro per niente di essere svegliati per una poppata dopo un intervallo di tre o quattro ore. Ogni neonato ha la tendenza a sviluppare abitudini regolari nell’alimentazione, e ciò avviene più rapidamente se i genitori guidino un po’ il bimbo o la bimba, affinché prenda certe abitudini.

Inoltre i lattanti tendono ad allungare l'intervallo tra i pasti, man mano che crescono. Quelli che pesano duemilatrecento - duemilasettecento grammi devono essere allattati ogni tre ore, quelli di tremilaseicento- quattromila grammi ogni quattro ore. A uno due mesi possono saltare il pasto della notte, fra i quattro e gli otto mesi passano a quattro pasti giornalieri, saltando così anche quello della sera.

Nell’acquisire queste abitudini, cioè poppate più regolari e meno frequenti, i bimbi o le bimbe possono essere grandemente influenzati dai metodi dei genitori. Supponiamo che una madre svegli sempre il suo bambino dopo quattro ore dall'ultimo pasto; in questo modo lo aiuta a stabilire un ritmo d’intervallo di quattro ore fra i pasti. Se, quando il bambino si agita un paio d'ore dopo l’ultimo pasto, essa lo culla per qualche minuto e lo lascia riaddormentare, o se, quando si mette a urlare a pieni polmoni, cerca di calmarlo con un sorso d'acqua o con un ciuccio, aiuta il suo stomaco a adattarsi a un intervallo più lungo. Se invece gli dà subito da mangiare, appena si agita, gli conserva l’abitudine di fare pasti piccoli a intervalli brevi.

Ogni bambino è diverso, nel modo di abituarsi a un orario di alimentazione: quelli mangioni, tranquilli, si abituano facilmente all'intervallo di quattro ore, mentre quelli molto irrequieti o che si addormentano mentre succhiano, hanno maggiore difficoltà a adattarsi. Con questi è più prudente non imporre subito una regola di orario rigido; regolatevi senza impazienza o perplessità, per arrivare a un ritmo di quattro ore di intervallo, anche un poco elastiche, senza scosse.

Suggerimenti specifici

Un neonato sano del peso di tremiladuecento - tremilaseicento grammi alla nascita, di solito può resistere tre ore e mezzo o quattro ore a stomaco pieno, e fare sei pasti all'inizio. Tenete presente, in linea di massima, il seguente orario: ore 6, 10, 14, 18, 22, 2, ma dategli da mangiare più presto se sembra affamato: un'ora prima se prende il biberon, due ore prima se è allattato al seno e l'afflusso del latte non è molto abbondante. Se dorme, quando si avvicina l'ora della poppata, potete svegliarlo. Non avete da insistere perché mangi. Se lo svegliare quattro ore dopo l'ultimo pasto, in pochi minuti sarà affamato. Ma supponete che si svegli mezzora prima della poppata. Non dovete nutrirlo subito appena si agita; non è sicuro neppur lui di aver fame. Ma, se dopo dieci o quindici minuti urla per la fame, non aspettate di più. Che accadrà dell'orario? Egli può colmare la differenza e dormire più a lungo prima del pasto successivo, e si rimette così in pari. Se non lo farà durante il giorno, probabilmente lo farà di notte. Se si sveglia sempre in anticipo, può darsi che non mangi abbastanza per resistere quattro ore. Allora, se è allattato al seno, potete attaccarlo più spesso, anche ogni due ore se ha molta fame, sperando che lo svuotamento più frequente del seno lo stimoli a produrre più latte nei giorni successivi. Quando mangerà di piu, a ogni singola poppata, potrà resistere più a lungo. Se è allattato artificialmente e prosciuga letteralmente i biberon e si sveglia sempre presto, consultate il medico per aumentargli la quantità di pappa.  

A quale distanza si deve dare un altro pasto?

Se un bimbo che di solito dorme quattro ore di fila, si sveglia dopo tre ore o tre ore e mezzo e sembra molto affamato, è bene dargli subito da mangiare. Ma supponiamo che si svegli un’ora dopo l'ultimo pasto. Se questo è stato abbondante,e’ poco probabile che abbia già fame. È possibile che sia stato svegliato da un`indigestione o da una colica; in tal caso non mi affretterei tanto a dargli da mangiare, perché ciò aggraverebbe l'indigestione. Si può tentare di fargli fare un ruttino mettendolo seduto e battendogli lievemente la schiena, o dargli un sorso d'acqua o la tettarella. Non potete essere sicura che si tratti di fame soltanto perché tenta di mangiarsi le manine o si attacca di buona lena al biberon. Molti bambini affetti da colica fanno tutt'e due queste cose. Sembra che il bambino non sappia distinguere fra dolori da colica e dolori da fame. Il bambino strilla o si lamenta non solo per fame. Se piange in ore strane, dovete studiare la situazione e discuterla col vostro medico.

Orari diversi

Potete usare altri orari, per l'intervallo delle quattro ore, invece del solito dalle sei del mattino alle due di notte? Certamente, se il bambino si presta. La sostituzione più comune è: ore 7, 11, 15, 19, 23 (con o senza il pasto delle tre di notte). L'unico inconveniente è che alcuni lattanti vogliono cominciare la giornata fra le cinque e le sei, a qualunque ora abbiano avuto il pasto della notte. Una volta tanto capita che i genitori siano così fortunati da avere un bambino che segue l’orario delle quattro ore d’intervallo dalle dieci del mattino alle dieci di sera, ma che aspetta fino alle sette del mattino per il primo pasto, anche quando è piccolo. Anche questo va benissimo.

Orario ogni tre ore

Se il bambino assimila tutto il latte che vuole, ma di giorno si sveglia circa ogni tre ore, sarà forse più opportuno passare per un po' di tempo all'orario ogni tre ore.

In generale i lattanti sotto i tre chili e duecento grammi di peso hanno bisogno di mangiare ogni tre ore. Ma questa non è una regola assoluta. Qualcuno, del peso di due chili e settecento, può seguire l'orario ogni quattro ore. E talvolta accade che uno di tre chili e mezzo non possa resistere più di tre ore. Molti lattanti che hanno bisogno di mangiare ogni tre ore durante il giorno, possono passare alle quattro ore di notte., se pesano almeno due chili e trecento. L`orario allora è il seguente: alle ore 6, 9, 12, 15, 18, 22 e 2 di notte.

Il pasto notturno

La regola più semplice per il pasto notturno è di non svegliare il bambino, ma di lasciarlo svegliare da solo. Se il lattante ha ancora bisogno di quel pasto, di solito si sveglia intorno alle due. Poi una notte, probabilmente fra la seconda e la sesta settimana, dormirà fino alle tre o alle tre e mezzo. Gli date da mangiare, contandolo come il pasto delle due. Si sveglierà di nuovo affamato fra le sei e le sette. La notte seguente magari dormirà fino alle quattro e mezzo o alle cinque. Allora gli date da mangiare, ma stavolta lo considerate come pasto delle sei, sperando che stia tranquillo fin verso le dieci. Quando un lattante è pronto ad abbandonare il pasto delle due, di solito lo fa in fretta, in due o tre notti.

Come eliminare il pasto delle 2 di notte

Se il lattante ha superato il primo mese di vita e pesa quattro chili, ma si sveglia ancora per il pasto delle due di notte, i genitori dovrebbero cercare di fargli abbandonare questa abitudine. Invece di accorrere presso di lui appena si sveglia, potete lasciarlo agitare per un quarto d'ora/mezz'ora, per vedere se si riaddormenta. Se non si calma, dategli cinquanta grammi di acqua tiepida. Se dopo mezz'ora urla a pieni polmoni, sarà meglio dargli il seno o il biberon; però ritentate dopo una settimana o due. Dal punto di vista della dieta, un lattante di quattro chili che mangia a sufficienza di giorno, non ha veramente bisogno del pasto delle due di notte.

Il pasto delle 10 di sera

È l'unico che potete regolare secondo i vostri impegni e preferenze. Quasi tutti i bambini, dopo poche settimane, aspettano volentieri fino alle undici o anche mezzanotte. Se volete andare a letto presto, svegliatelo alle dieci o anche prima. Se vi è più comodo allattarlo tardi, fate pure, se dorme tranquillo.

Per quei bambini che si svegliano ancora per la poppata delle due di notte, il consiglio è di non saltare assolutamente la poppata delle dieci di sera, anche se la vostra bimba a quell'ora dorme e non sembra minimamente interessata a mangiare. Quando vi sembra che la vostra bimba sia pronta a saltare un pasto, è quello delle due di notte che deve essere il primo a essere eliminato, così che il vostro sonno non sarà più interrotto nel cuore della notte. Per quei bambini che ancora prendono la poppata delle due di notte, ma sono ancora piuttosto irregolari nei pasti della giornata, continuerei a svegliarli per quello delle dieci o delle undici di sera, se sembrano affamati. Questo, almeno, farebbe terminare la giornata secondo l'orario prestabilito, vi aiuterebbe a evitare la poppata tra la mezzanotte e le quattro del mattino e a non anticipare troppo quella del mattino, che sarebbe quindi spostata verso le cinque o le sei.

Particolari di alimentazione

Il neonato più grandicello rifiuta di succhiare

Talvolta il bambino fra i quattro e i sette mesi si comporta stranamente durante i pasti: succhia avidamente il seno o il biberon per pochi minuti, poi s’irrita, abbandona il capezzolo e piange come di dolore. Sembra ancora molto affamato, ma ogni volta che ricomincia a succhiare immediatamente dà segni di disagio. Eppure mangia volentieri i cibi solidi. Probabilmente questo disturbo sia dovuto alla dentizione: infatti quando il bambino succhia, le gengive si gonfiano e gli fanno male. È opportuno interrompere spesso la poppata e dargli la pappa negli intervalli, inoltre acquistare una tettarella con buchi più grandi per abbreviare il pasto (in questo modo però si abbrevia anche il piacere di succhiare.). Se il disturbo si protrae a lungo, è meglio togliergli il biberon e dargli il latte con la tazza o col cucchiaio.

Anche un’infezione dell`orecchio, che complica un raffreddore, può dare dolori all’articolazione temporo-mandibolare, impedendo la suzione, anche quando il bambino è già in grado di mangiare cibi solidi.

Talora il bambino rifiuta il seno durante il periodo mestruale della madre; gli si può dare invece la pappa nel biberon. La madre dovrà spremere manualmente o con la tiralatte il seno per non sopprimere la secrezione e per alleviare il turgore. Non preoccupatevi perché, passato il periodo, il bambino tornerà facilmente al seno.

Come fargli fare il ruttino

Tutti i lattanti mentre succhiano il latte, inghiottiscono un po' d'aria, che si raccoglie in una bolla nello stomaco. Qualcuno si sente lo stomaco fastidiosamente pieno prima di arrivare a metà poppata e deve interrompere il pasto. La maggior parte non inghiottisce tanta aria da dover interrompere la poppata. Altri, soprattutto quelli che prendono il latte materno, non hanno neppure una bolla nello stomaco alla fine della poppata. Vi sono due modi per far salire la bolla d'aria, vedete un po' quello che funziona meglio secondo voi.

  • Il primo è di tenere il bimbo in piedi sulle vostre ginocchia e di massaggiare piano piano lo stomaco.
  • L`altro è di tenerlo appoggiato alla vostra spalla e di far salire la bolla dando qualche colpettino sulla schiena.

È prudente mettere un panno sulla spalla, nel caso che rigurgiti. Alcuni rigurgitano l'aria subito e con facilità, altri invece ci mettono un po' di tempo. Quando non riesce a ruttare facilmente, potrà giovargli metterlo sdraiato per un secondo e poi rizzarlo di nuovo sulla spalla. È necessario far ruttare il bambino a metà del pasto soltanto se inghiottisce tanta aria da interrompere la suzione. Però dovete almeno tentare di farlo ruttare alla fine del pasto. In genere i lattanti si sentiranno quasi subito a disagio se vengono messi a letto con l'aria ancora nello stomaco. Alcuni hanno perfino dolori colici. D`altra parte, se il vostro fa fatica a fare il ruttino e se sta benissimo sia che lo faccia o no, allora non è necessario provare per più di qualche minuto. È opportuno ricordare anche che, quando ha finito il suo pasto, il pancino del neonato è pieno e sembra gonfio a una mamma con poca esperienza. Il suo bisogno di nutrimento a ogni pasto e superiore alla capacità del suo ventre, diversamente dall`adulto, ma non preoccupatevene. Anche voi sembrereste piena se, supponiamo, pesaste cinquanta chili, e beveste un litro di latte a ogni pasto. 

Un’alimentazione sufficiente e l’aumento di peso

I neonati generalmente sanno quanto devono mangiare

Se la quantità di pappa non è più sufficiente o se il latte materno non aumenta abbastanza per fatica o tensione, il bimbo comincerà a svegliarsi sempre più presto, quando si avvicina l`ora del pasto e piangerà nel modo tipico del pianto da fame. Finirà tutti il biberon fino all`ultima goccia di latte e si guarderà attorno cercandone dell`altro. Tenterà anche di mordersi le mani. Se lo pesate, vedrete forse che è aumentato meno del solito. Talvolta un bambino affamato diventerà anche stitico. Se ha vemmente fame, può anche darsi che pianga alla fine di qualche pasto.

Se vostro figlio manifesta qualcuno di questi segni d’insoddisfazione ed è alimentato artificialmente, è tempo di chiedere al dottore se è il caso di aumentare le porzioni. Potrebbe essere il momento di passare alla pappa successiva più abbondante o più concentrata. In realtà non dovete aspettare così tardi. È prudente aumentare la pappa appena il bambino finisce regolarmente tutti i suoi biberon, e prima che manifesti segni di insoddisfazione. Un solo avvertimento: se però gli aumentate le porzioni a ogni minimo segno, è probabile ch`egli non possa finirla tutta. Quindi, siate cauta e non insistere. Se un bambino allattato al seno si sveglia presto, potete allattarlo subito, anche se ciò significa un pasto di più al giorno. La maggiore frequenza dei pasti servirà a soddisfarlo, e lo svuotamento più frequente delle mammelle le stimolerà a produrre una quantità maggiore di latte, se ciò è possibile. Se gli davate soltanto un seno per ogni pasto, dateglieli entrambi a ogni pasto, per un po' di tempo.

Quanto deve aumentare di peso il bambino?

A tal proposito si po’ dire che dovrebbe crescere secondo le sue preferenze. Quasi tutti i bambini sanno come regolarsi. Se gli si dà più cibo di quanto ne ha bisogno, lo rifiuterà. Se gli si dà poco cibo, manifesterà la sua fame piangendo più a lungo prima dei pasti e mangiandosi i pugnetti.

Con ciò ci si riferisce al normale sviluppo, ma nessun bambino è « normale ››. Quando il medico parla di un bambino « normale ››, vuol dire soltanto che ha sommato insieme quelli che crescono molto con quelli che crescono poco e quelli che crescono a sufficienza. Un bambino è destinato a esser lento nella crescita un altro a essere rapido.

Se un bambino cresce poco, ciò non significa con sicurezza che egli sia proprio destinato a essere piccolo di statura. Se ha sempre fame, questo è un buon segno che dovrebbe crescere in fretta. Ogni tanto capita che una crescita lenta significhi che il bambino è malato. Specialmente quello che cresce poco ha bisogno di esser visitato regolarmente dal medico, perché si accerti della sua salute. Talvolta si vede un bambino eccezionalmente « educato », che cresce poco, senza tuttavia apparire troppo affamato. Ma, se gli date da mangiare di più lo prenderà volentieri e crescerà di più. In altre parole, non tutti i bambini strillano quando mangiano troppo poco.

Il peso medio del bambino è di circa tre chili e duecento grammi alla nascita e di circa sei chili e mezzo a cinque mesi. Cioè il bambino normale raddoppia il suo peso verso i cinque mesi. Ma in pratica è più facile che i bambini che sono piccoli alla nascita crescano rapidamente, come se cercassero di rifarsi, mentre quelli grossi alla nascita è meno probabile che raddoppino il peso a cinque mesi.

Il bambino medio cresce quasi novecento grammi al mese, più di duecento grammi alla settimana, nei primi tre mesi. Naturalmente alcuni bambini sani crescono meno, altri di più. Poi la crescita rallenta. Dopo i sei mesi la crescita media si abbassa ai quattrocento- cinquanta grammi al mese (ossia circa centoventi grammi alla settimana). È un notevole calo in tre mesi. Nel quarto trimestre di vita, la crescita media scende a trecento grammi al mese (dai sessanta ai novanta grammi alla settimana) e nel secondo anno a circa duecentoventi grammi al mese.

Man mano che il bambino cresce, vedrete che aumenterà sempre meno di peso. La crescita si fa anche più irregolare. La dentizione, per esempio, può togliergli l’appetito per diverse settimane e può darsi che egli non aumenti per niente. Quando si sentirà meglio, gli ritornerà l'appetito e allora il peso crescerà rapidamente.

Non potete farvi un'opinione molto esatta, in base alle variazioni di peso del bambino da una settimana all'altra. Ogni volta il suo peso dipenderà da diversi fattori: quando ha urinato, quando ha avuto l'ultima scarica, l'ora dell'ultimo pasto, eccetera. Se una mattina vedete che è cresciuto soltanto cento o centoventi grammi nella settimana precedente, mentre prima cresceva sempre due etti e mezzo e anche di più, non affrettatevi a concludere che muore di fame o che c'è qualcosa che non va. Se sembra del tutto contento e soddisfatto, aspettate un'altra settimana, per vedere che cosa succede. Potrà crescere parecchio, compensando anche lo scarso aumento precedente. Tuttavia ricordate sempre che col passare dei mesi crescerà sempre meno.    

Ogni quanto tempo dovete pesare il bambino?

Naturalmente la maggioranza dei genitori non possiede una bilancia, e la maggior parte dei bambini vengono pesati soltanto quando vanno dal dottore. Quando il  bambino è contento e sta bene, la pesata non serve a altro che a soddisfare la curiosità dei genitori. In tal caso una volta la settimana è più che sufficiente. Meglio ancora ogni due settimane. Pesandolo giornalmente sarete indotta a badare troppo al suo peso. Ma se piange molto o fa indigestione o vomita molto, il pesarlo spesso può aiutare voi e il medico a prendere una decisione. Per esempio, se piange troppo ma cresce bene, è indizio di una colica e non di fame

Il bambino obeso sarà un adulto obeso

È stato notato, sebbene non vi siano ancora prove scientifiche che, sia per gli esseri umani sia per gli animali, se si manifesta una tendenza all'obesità durante l`infanzia questa rimarrà poi per il resto della vita. Se un bimbo o una bimba diventano eccessivamente grassi, non significa che le cellule del loro corpo sono piene di grasso, bensì che le cellule si sono moltiplicate e sono troppe. Una volta create, durano per il resto della vita. Si ritiene che uno dei fattori che stimola l'appetito sia la necessità delle cellule grasse di avere il loro normale apporto di grasso. Se un individuo, durante l'infanzia, ha moltiplicato la quantità normale di cellule che si dovrebbe avere, questo lo porterà a aver bisogno di più grasso per il resto della sua vita.

Quindi non è da buon genitore far ingrassare troppo i bambini, è invece una seria disgrazia per loro, dato che la nostra società non apprezza e anzi prende in giro la gente troppo grassa. Non sempre però l'eccessiva grassezza è stata disprezzata dalla gente, basti pensare ai nudi di Rubens.

Sembra che sia difficile per i genitori cambiare opinione circa il fatto che un bimbo o una bimba grassi sono belli, tanto più che sia gli amici, sia i parenti fanno loro i complimenti se i loro bimbi sono «belli grassi ››, come se questo fosse un segno e una prova che i genitori li crescano particolarmente bene. Inoltre, in alcuni paesi dove la gente ha molto sofferto la fame, i genitori sono contenti se i loro bimbi sono grassi, essi pensano che avere del grasso nel corpo è come avere dei soldi in banca. In ogni Caso, è opportuno smetterla di pensare che un bimbo o una bimba grassi sono belli. Se la bimba, per esempio, comincia a diventare troppo grassa, il dottore può consigliare di limitare i grassi e i carboidrati e di riempirle lo stomaco con frutta e verdura. Il grasso del latte potrà essere ridotto, comperando del latte parzialmente scremato, oppure, se questo non si trova, potete mescolare voi stesse metà di latte intero e metà di latte scremato. Dovrete evitare il burro e la margarina e tagliare via il grasso dalla carne, sia essa vitello, manzo, maiale o agnello.

Cereali, zuppe contenenti carboidrati, pane, biscotti, dolci e crackers dovranno essere ridotti della metà, rispetto alla quantità mangiata prima. Non dovete, però, eliminare totalmente i grassi e i carboidrati dalla dieta, perché ciò è salutare da un punto di vista nutritivo.