Sviluppo delle Autonomie Personali del Bambino

Insegnare al bambino ad essere autonomo

Lasciategli godere i suoi doveri

Come impara il bambino ad eseguire i vari doveri? Per istinto incomincia a sentire che vestirsi, lavarsi i denti, spazzare, riporre le cose, sono funzioni eccitanti e da adulto. Se i genitori riescono a stare in buoni rapporti con lui, quando crescerà si divertirà a fare le commissioni, a portare dei pacchetti, a rastrellare il prato, perché vuole avere ancora una parte nei lavori importanti e vuol far piacere alla mamma e al papà. Molti di noi non siamo capaci di crescere i nostri figli in modo così esemplare da ottenere collaborazione in ogni occasione, ma se ci rendiamo conto che i bambini preferiscono rendersi utili, è meno probabile che facciamo apparire le faccende casalinghe come spiacevoli doveri, assegnati a loro quando siamo di cattivo umore.

Ad un bambino non si può imporre di sentirsi sempre responsabile dei suoi doveri anche quando ha quindici anni; persino molti adulti cadono spesso nell'irresponsabilità. Bisogna ricordarglieli, magari come un dato di fatto, con riguardo, come se steste parlando a un adulto, mentre il tono di rimprovero o accademico gli toglie il piacere del dovere compiuto. Si può assegnarglielo come compito che può eseguire insieme ai suoi fratelli o ai genitori, come l'asciugare i piatti o tosare il prato. Il compito unito al divertimento lo stimola.

Il vestirsi da soli

Ad un anno o un anno e mezzo, il bambino incomincia a tentare di svestirsi da solo. Tira la punta dei calzini direttamente verso la pancia, impedendole di uscire. Verso i due anni sa disimpegnarsi discretamente nel togliersi i vestiti. Quando però si sforza di metterseli non ci riesce. Gli occorrerà un altro anno prima di imparare a mettersi bene gli indumenti più semplici, e ancora un altro anno (verso i quattro) per essere capace di rendersi indipendente nelle cose più complicate, come annodare le stringhe e abbottonarsi.

Questo periodo da un anno e mezzo ai 4 anni richiede molto tatto. Se non gli lasciate fare le cose che è capace di fare o vi intromettete nei suoi affari, è facile che si innervosisca. Se non ha mai occasione di imparare nell'epoca in cui gli piace, potrà perderne il desiderio. Eppure, se non l’aiutate, non sarà mai vestito e potrebbe avvilirsi per i suoi insuccessi. Potete aiutarlo con tatto nei compiti che sono alla sua portata. Tirategli via in parte i calzini, così che il resto dell’operazione sia facile. Stendere gli indumenti che vuole infilarsi, in modo che non abbia difficoltà nell’indossarli. Interessatelo alle cose più facili, mentre voi fate quelle difficili. Quando si trova impacciato, non insistete a farlo voi, ma sistematelo in modo che possa continuare da solo. Se sente che voi siete con lui e non contro di lui, collaborerà molto di più. Però, ci vuol pazienza.

Riporre gli oggetti e mettere a posto la propria stanzetta

Se vostra figlia è molto piccola e dovete ancora raccogliere e mettere via le cose quando ha finito di giocare, potete farlo come parte del gioco, con entusiasmo. “ I legni quadrati vanno qui e quelli lunghi vanno qui. Facciamo finta che qui sopra ci sia un'autorimessa e tutte le macchine alla sera vengano qui a dormire.” Quando raggiunge i quattro o cinque anni, avrà preso l'abitudine di riordinare i giocattoli e si divertirà. Molte volte lo farà da sola, senza che nessuno glielo ricordi. Ma, se alle volte ha ancora bisogno di aiuto, datele una mano allegramente.

Se dite a una bimba di tre anni: “Ora metti via la tua roba”, suona come un comando spiacevole. Anche se volesse farlo, le offrite un lavoro che praticamente nessuna bimba di tre anni ha la costanza di finire. Inoltre si trova ancora nell'età della “ostinazione”.

Aiutandola allegramente a riporre la sua roba, non solo si sviluppa in lei una buona attitudine, ma per i genitori ciò è veramente più facile di una lunga discussione.

Il bambino svogliato

Se avete visto qualche volta un genitore che cerca di mandare a scuola un bambino svogliato stimolandolo, ammonendolo, rimproverandolo perché si alzi dal letto, si lavi, si vesta e mangi, avrete anche giurato di non mettervi mai in una simile condizione difficile. Il bambino svogliato non è nato così. È diventato a poco a poco in quel modo, in gran parte dei casi per le continue sollecitazioni. “Svelto, finisci di mangiare.” “Quante volte devo dirti di prepararti per andare a letto?” È facile cadere nell'abitudine di sollecitare i bambini, e così si forma in loro una distratta caparbietà. I genitori pensano di doverlo rimproverare, altrimenti il bambino non concluderebbe mai nulla. È un circolo vizioso, ma l’hanno iniziato i genitori soprattutto quelli più impazienti.

Nei primi anni, prima che il bambino sia capace di eseguire gli ordini, guidatelo nelle varie pratiche. Quando è abbastanza grande da assumersi le sue responsabilità, uscite dalla scena più presto che potete. Quando fa un passo indietro e dimentica, guidatelo di nuovo. Quando va a scuola, fate che la consideri come un lavoro al quale deve presentarsi in tempo. Sarà meglio permettergli tranquillamente di arrivare in ritardo a scuola una o due volte, o di perdere l'autobus e la scuola insieme, perché scopra da solo quanto gli dispiace. Un bambino odia di perdere le cose ancor più di quanto il genitore odia che lui si trovi in quella situazione. Questo è il miglior incitamento per farlo muovere.

Forse, con queste parole, avrete l'impressione che un bambino non debba essere legato a nessun obbligo. Al contrario, invece è necessario che si debba star seduto a tavola quando il pranzo è pronto e alzarsi la mattina quando è ora. Si sottolineo soltanto il fatto che se lo si conduce, invece di spingerlo troppo, di solito vorrà fare queste cose da solo.

Lasciate che si sporchino

I bambini piccoli amano fare una quantità di cose che finiscono per sporcarli, ma che sono tuttavia psicologicamente salutari per loro. Amano affondare le manine nella terra e nella sabbia, cacciarsi nelle pozzanghere fangose, far schizzare l’acqua dalle bacinelle. Adorano anche rotolarsi nell’erba e raccogliere il fango con le mani. Quando essi hanno occasione di fare queste cose meravigliose, essi arricchiscono il loro spirito, diventano individui più buoni e pieni di calore umano, proprio come una musica incantevole o l'innamorarsi fanno migliorare un adulto.

I bambini che vengono continuamente e duramente ammoniti di non sporcarsi i vestiti e di non fare pasticci e che se la prendono a cuore per questo, risulteranno degli individui impacciati. Se hanno paura di sporcarsi, diventeranno troppo prudenti anche in altre cose e si impedirà loro così di trasformarsi in individui liberi, affettuosi e amanti della vita, come era loro destino diventare.

Questo non significa che dobbiate sempre tenervi indietro e lasciar fare a vostro figlio ogni genere di pasticcio che gli ecciti la fantasia. Ma quando dovete fermarlo non tentate di impaurirlo o di disgustarlo; soltanto dategli qualcosa d’altro, meno sporco, più pratico. Se vuol fare le torte di fango quando indossa i vestiti della domenica, prima di tutto fategli mettere un vestito vecchio. Se si impadronisce di un vecchio pennello e vuol dipingere la casa, mettetelo a lavorare (con un secchiello di acqua per “pittura”) sul pavimento del bagno.