Lo Sviluppo Emotivo ed Affettivo del Bambino

I bisogni affettivi dei bambini

È nei primi due o tre anni di vita che si forma la personalità dei bambini, e essa dipende in particolare dagli atteggiamenti, nei confronti dei genitori, oppure delle persone che più si prendono cura di loro. I neonati che hanno passato i primi anni della loro vita in orfanotrofi dove il personale era carente e che quindi venivano lasciati soli per ore nelle loro culle a languire, non si sviluppano mai completamente né fisicamente né intellettualmente né emotivamente, e per loro sarà difficile intraprendere il giusto cammino verso un equilibrio emotivo e personale. Invece una bambina, per esempio, che è stata seguita e accudita da genitori pieni di affetto e di entusiasmo (magari anche aiutati da qualche persona di servizio o da una tata) si sviluppa pienamente. Essa riceve dai suoi genitori il loro tangibile affetto, la loro fierezza e gioia per i risultati da lei raggiunti, anche se sono di scarsa importanza; come regali riceve dei giocattoli scelti con amore e cura; i genitori sono sempre pronti a rispondere alle sue domande ed a lasciarla giocare liberamente purché non faccia danni e non si comporti male. I genitori sono disposti a leggerle delle storie, a mostrarle delle fotografie e tutto ciò favorisce e incoraggia le emozioni più profonde e stimola l'intelligenza.

Se i bambini crescendo diventeranno ottimisti o pessimisti, persone affettuose o fredde di carattere, fiduciose o sospettose, tutto ciò dipenderà dal modo di fare delle persone che più sono state loro vicine nei primi due anni della loro vita. È proprio così, nella sua paradossale semplicità, questo fatto è di un'importanza immensa.

Vi sono persone che si comportano con i bambini come se questi fossero cattivi per natura, li sgridano continuamente, non credono mai a quello che i bimbi dicono. I bambini che crescono con questo tipo di educazione finiscono per non avere fiducia in se stessi e per sentirsi sempre colpevoli di qualche cosa. Una persona con sentimenti di ostilità superiori al normale, trova sempre una dozzina di scuse per scaricarli ogni momento sui figli e questi, a loro volta, assorbiranno diventando anch'essi delle persone tese e ostili. Altri invece hanno la mania di dominare i figli e disgraziatamente spesso vi riescono.

Durante il primo anno di vita, un bambino o una bambina dipende completamente dalle cure e dall'intuizione degli adulti per avere tutto ciò di cui ha bisogno o desiderio. Se i genitori non sono sensibili o sono indifferenti a quelli che possono essere i bisogni del loro bambino o della loro bambina (tutto ciò, naturalmente nei limiti del ragionevole, non ne devono diventare gli schiavi sottomessi), il bimbo o la bimba diventeranno apatici o depressi.

Una cosa estremamente importante per i neonati è la presenza costante delle stesse persone che si prendono cura di loro. Fin da quando hanno pochi mesi, i bambini si abituano a amare, a avere fiducia e a contare sulla presenza delle persone che più si prendono cura di loro; da questa presenza costante essi traggono un senso di sicurezza. Persino quando hanno solamente sei mesi, i bambini possono seriamente deprimersi, perdere il loro appetito, non sorridere più e non mostrare più interesse nelle cose o nelle persone, se viene a mancare il genitore che più si curava di loro. Si manifesterà una depressione meno acuta se se ne andrà la nurse o la persona che aiutava i genitori a prendersi cura dei bimbi. Dei bambini molto piccoli che sono stati affidati a diversi genitori adottivi, possono perdere la loro capacità di amare o di aver fiducia nella gente e questo quasi per difendersi dalla possibilità di essere continuamente delusi nelle loro speranze.

Quindi è molto importante che un genitore o un'altra persona che si è maggiormente interessata della cura di un bimbo, non smetta durante i primi due o tre anni di vita di questa creatura, oppure, se lo deve fare, lo faccia solo dopo aver trovato un sostituto che ha preso gradualmente il suo posto. È poi importante che il sostituto a sua volta dia delle garanzie di non abbandonare il lavoro assunto.

È anche importante che in un asilo nido, se vi sono due o più persone incaricate di occuparsi di un gruppo di bambini, ogni bimbo sia assegnato sempre a una persona, così che possa stabilirsi un rapporto tipo quello fra genitore e figlio.

Bisogni emotivi dopo i 3 anni

I bambini sanno bene di mancare di esperienza e di essere dipendenti, perciò contano molto sui loro genitori per essere guidati, amati e per sentirsi al sicuro. Essi sorvegliano continuamente ciò che fanno i loro genitori e istintivamente li imitano. Questo è il modo in cui essi formano la loro personalità, questo è da dove traggono la loro forza di carattere, la loro sicurezza e la loro capacità di affrontare la vita. Essi imparano, durante la loro infanzia, come diventare dei cittadini responsabili, dei lavoratori, dei genitori imitando i loro stessi genitori e modellandosi sul loro esempio.

La cosa più preziosa che i genitori possono donare è amore, che essi possono esprimere in centomila modi:

  • un'espressione del viso piena d'affetto,
  • dei gesti spontanei di amore come una carezza o un abbraccio,
  • fierezza per qualche cosa che i loro figli hanno fatto
  • capacità di consolarli quando sono tristi, avviliti o spaventati,
  • di proteggerli dai pericoli,
  • di aiutarli a diventare persone mature e responsabili, cercando di inculcare loro degli ideali.

L'amore che i bambini ricevono dai genitori, o da chi ne fa le veci, genera uguale amore nei bambini. È proprio da questo amore verso i genitori che i bambini modelleranno poi tutti gli altri rapporti positivi che essi avranno, in seguito, nel corso della loro vita, con amici, insegnanti, mogli o mariti, figli, vicini di casa e colleghi di lavoro. I bambini acquistano fiducia in se stessi se ottengono rispetto, in quanto esseri umani, dai loro genitori o da chi ne fa le veci. Questa fiducia li aiuta a essere a loro agio con se stessi, prima di tutto, e con ogni genere di persone per il resto della loro vita. Il rispetto da parte dei propri genitori è ciò che insegna ai bambini a ricambiare i propri genitori con uguale rispetto.

I bambini e le bambine, verso i tre anni, tendono ad immedesimarsi nei ruoli dei rispettivi genitori. I maschietti, verso i tre anni, cominciano a capire che il loro destino è quello di diventare uomini, per questo sorvegliano più attentamente il padre, i suoi interessi, il suo modo di fare, i suoi discorsi, i suoi gusti, i suoi atteggiamenti nei confronti del suo lavoro, i suoi rapporti con la moglie, con i figli e con le figlie, con gli amici e con i colleghi.

Il bisogno che una bimba ha del padre, a prima vista non sembra così ovvio, mentre sotto sotto è ugualmente importante che per un maschietto, basti pensare che metà delle sue amicizie e dei suoi rapporti saranno, nel corso della sua vita, con dei maschi. Una bimba trae le sue idee circa i maschi e il loro ruolo nella vita principalmente da ciò che vede fare al padre. Il tipo di uomo di cui si innamorerà e con cui magari si sposerà assomiglierà in qualche modo, o per il tipo di personalità o per il modo di fare, al padre, a seconda che questi sia il tipo dominatore o tenero, fedele o stravagante, presuntuoso o divertente.

La personalità della madre verrà ugualmente copiata in vari modi dalla figlia che la ammira; alla bambina resterà grandemente impresso ciò che la madre pensa sul fatto di essere una donna, una moglie, una madre, una lavoratrice. I rapporti fra la madre e il padre, in particolare, influenzeranno grandemente i rapporti futuri fra la ragazza e suo marito.

Una madre è, in genere, il primo grande amore del figlio e questo, per vie talora ovvie talora molto sfumate, stabilirà nella mente del ragazzo il suo ideale romantico. Finirà per influenzare non solo la scelta del tipo di moglie, ma anche il suo modo di comportarsi con lei.

È meglio essere in due come genitori

Se possibile, è meglio per i bambini vivere con entrambi i genitori (uno dei due può essere la matrigna o il patrigno), purché i genitori si amino e si portino rispetto reciproco. Grazie a ciò, i bambini avranno una conoscenza di entrambi i sessi, da un punto di vista sia idealistico sia pratico, e acquisiranno così un'idea di che cosa significhi un rapporto matrimoniale stabile. Questo servirà loro di guida quando diventeranno adulti. I due genitori potranno poi farsi da spalla e aiutarsi l'un l'altro; la presenza di uno servirà a equilibrare o a ridimensionare le paure e le idee fisse dell'altro circa l'educazione e la cura dei bambini.

Ad ogni modo, i bambini possono crescere sani e normali anche se non vi è la presenza di entrambi i genitori; per molti bambini è possibile. Se non hanno più il papà, la loro immaginazione ne creerà uno, aiutandosi con i loro ricordi, con ciò che la mamma ha raccontato loro, o osservando gli atteggiamenti di alcuni uomini, che sembrano loro particolarmente simpatici e che hanno l'occasione di vedere di tanto in tanto.

Questo surrogato idealistico di padre offre loro un'immagine del sesso maschile di cui hanno bisogno per completare lo sviluppo della loro personalità. La stessa cosa accade se un bambino o una bambina non ha la mamma: tendono a crearne una immagine aiutandosi con il ricordo, con ciò che hanno sentito dire di lei dagli altri componenti della famiglia, o si basano su altre donne che hanno l'occasione di conoscere. Sarebbe, però, un grave errore da parte di un genitore risposarsi in fretta e senza riflettere pur di dare ai figli un padre o una madre.

È necessario differenziare il ruolo del maschio e quello della femmina?

Tempo fa si pensava che fosse saggio da parte dei genitori fare una differenza fra il ruolo del maschio per i ragazzi e quello della femmina per le ragazze attraverso gli abiti, i giochi e le attività da assegnare secondo il loro sesso. In parte questo era dovuto al fatto che si evidenziavano alcuni individui, che pur essendo consci di appartenere a un sesso o all'altro, non vi si identificavano tuttavia completamente. La preoccupazione dei genitori circa l'insistere fra i ruoli che i due sessi debbono assumere può, in effetti, derivare dalla loro ansietà nell'accettare il loro ruolo in quanto donna o in quanto uomo. La cosa più importante che dà ad un maschietto la sua identità in quanto uomo, non è tanto la macchina in miniatura uguale a quella dei grandi o il costume da cowboy che gli viene regalato, quanto piuttosto i rapporti di tipo positivo che egli riesce a stabilire con il padre fin dalla sua prima infanzia. Questo è il fattore principale che gli fa desiderare di crescere e di diventare come lui.

Se il padre, preoccupato, rifiuta di comperargli una bambola nel caso in cui gli viene chiesta dal bambino, oppure mostra di essere preoccupato per gli strani gusti « da femminuccia » che il bambino sembra avere, in questo modo non aiuta certo la « mascolinità » del figlio, gli dà invece l'impressione che la sua mascolinità e quella del padre sono qualche cosa di incerto, di mal definito e inadeguato.

Potrebbe essere del turro normale per dei maschietti voler giocare con le bambole e per delle bambine voler giocare con delle macchinette e che non c'è niente di male a lasciarglielo fare. Il desiderio che può avere un bambino di giocare con le bambole altro non è che un'espressione della sua tendenza a essere padre e non vuol assolutamente dire che è effeminato, anzi è un modo come un altro per esercitarsi a diventare un buon padre. Non c'è niente di male poi se i bambini e le bambine portano abiti unisex, blue jean e magliette, per esempio, se lo desiderano; naturalmente se le bambine preferiscono dei vestiti, comprate loro dei vestiti, se è ciò che vogliono.

Per quel che riguarda poi le faccende da assegnare loro in casa, è perfettamente normale che non si debba fare distinzione fra maschi e femmine, così come marito e moglie debbono dividersi le stesse faccende casalinghe e non casalinghe. I bambini possono benissimo rifare i letti, pulire la loro stanza o lavare i piatti così come lo fanno le sorelline. Le bambine possono benissimo aiutare nei lavori di giardinaggio o nel pulire la macchina, così come anche le loro madri facciano. Non è che i ragazzi e le ragazze non possano scambiarsi le rispettive faccende di casa o che debbano a tutti i costi fare lo stesso numero di faccende; ma l' importante, è che non vi debba essere una ovvia discriminazione o differenziazione nelle faccende loro assegnate in base al loro sesso. Naturalmente l'esempio offerto dai genitori sarà di grandissima importanza e avrà una grandissima influenza su di loro.

Sarebbe invece utile monitorare gli eccessi. Se un bambino volesse solamente vestitini e bambole e preferisse giocare solo con delle bambine, probabilmente lui non ha accettato la sua identità o forse che questo è il risultato di confusioni psicologiche o di ansietà. A questo punto bisogna esaminare la situazione con l'aiuto di uno specialista dei bambini. Se invece a una bambina piace molto giocare con i maschietti e qualche volta dice che vorrebbe anche lei essere un maschio, ma le piace anche giocare con delle bambine, in questo caso, non è preoccupante. Se invece la bimba gioca solo con dei maschi e è sempre infelice all'idea di essere una femmina, in questo caso è necessario un'osservazione specifica. È altresì bene ricordare che i ragazzi, sebbene si identifichino principalmente con il padre, si identificano anche, naturalmente un po' meno, con la madre. Questo fornisce loro la possibilità di capire l'altro sesso una volta diventati adulti e consente loro di sviluppare una personalità più flessibile e più aperta. Solamente pochi maschi si identificano prevalentemente con il sesso opposto. D'altra parte tutte le bambine mostrano di identificarsi con il padre e solo alcune, invece, mostrano di essere confuse in questo processo di identificazione. È un problema di quantità, non da porsi in termini assoluti.

Poiché non si ha un'identificazione al cento per cento con il proprio sesso, è meglio lasciar sviluppare i vostri bambini e le vostre bambine con il loro misto di identificazioni, di atteggiamenti e interessi quali essi hanno acquisito durante il loro sviluppo; tutto ciò se essi o esse riescono a accettarsi per quello che sono, e se non li farete sentire colpevoli e ansiosi sgridandoli e correggendoli continuamente.