Adolescenti: La rivalità con i genitori
La ribellione degli adolescenti è principalmente l’espressione della rivalità nei confronti dei genitori, del figlio con il padre o della figlia con la madre. Questo sentimento di rivalità diventa più forte negli adolescenti perché le loro emozioni sono più intense e perché si rendono conto che essendo ormai quasi degli adulti sono praticamente ad armi pari con i genitori. Ora tocca a loro sfidare il mondo, conquistare il sesso opposto ed essere capofamiglia. Hanno una gran voglia di farsi largo a gomitate e di “togliere potere” ai genitori. Inconsciamente i genitori se ne accorgono e, ovviamente, ne sono irritati.
La ribellione che nasce da rivalità assume molte forme. Un ragazzo di 16 anni, figlio di una famiglia di un basso livello culturale, può arrabbiarsi improvvisamente con il padre e senza premeditazione picchiarlo. Si rende quindi conto che non è più degno di stare nella casa paterna e da un giorno all’altro se ne va in cerca di lavoro. Un altro ragazzo, invece, continua ad andare d’accordo superficialmente con il padre, ma scarica la sua ribellione contro la scuola o contro le regole della società.
In famiglie di un certo livello culturale, invece, genitori e figli sono stati abituati a una tale autodisciplina che riescono a controllare la propria ostilità e a trattarsi in modo rispettoso. Il bambino che appartiene a una famiglia così e che prova aspri sentimenti di rivalità, può avere difficoltà a prendersela con i propri genitori perché essi sono buoni e comprensivi. Succede allora che questo sentimento di rivalità si manifesta inconsciamente con cattivi risultati scolastici, al liceo o all’università, anche se il ragazzo o la ragazza sono intelligenti e sono sempre stati bravi a scuola. Lo studente, spesso succede ai ragazzi, è sincero quando afferma che non riesce a spiegarsi il perché non riesca a studiare, a passare gli esami o a consegnare il compito. Se il ragazzo cerca aiuto da uno psicanalista, costui può scoprire che, soprattutto se il ragazzo vuole intraprendere la stessa carriera del padre, egli ha inconsciamente paura o di non diventare bravo quanto il padre oppure di superarlo e di suscitare quindi la sua gelosia. La ragazza può avere gli stessi problemi nei confronti della madre o del padre. In entrambi i casi, l’insuccesso scolastico è il colpo più duro per i genitori; il ragazzo, però, che non si rende conto a livello conscio di quel che sta succedendo, non deve sentirsi colpevole. Alcuni ragazzi, non tutti, che abbandonano la scuola dopo un insuccesso, riescono più tardi a ritrovare il desiderio di studiare e l’ambizione a farlo, dopo aver lavorato per un certo periodo, perché questo li aiuta a superare la paura. Un metodo molto più efficace è la psicanalisi.
Altri possono manifestare la loro competitività rifiutandosi di seguire la carriera del padre, salvo poi cambiare idea più tardi, una volta raggiunta la maturità e superata l’irrazionale paura.
La psicanalisi ha inoltre rilevato che molti ragazzi che si sentono repressi dal padre, soffocano tale sentimento di antagonismo nei suoi confronti e lo scaricano invece sulla madre, ribellandosi contro qualsiasi cosa essa faccia o dica.
Una ragazza ha in genere molto meno soggezione della madre di quanta non ne abbia il ragazzo del padre, è probabile quindi che i suoi sentimenti di rivalità siano espressi apertamente a casa, invece che con un insuccesso scolastico. Una ragazza arriva anche a flirtare con il padre sotto gli occhi della mamma o a rimproverare la madre perché non si comporta in modo abbastanza affettuoso con il padre. Ben pochi ragazzi oserebbero tanto con i loro padri.
D’altra parte, se i giovani non fossero ribelli per natura, mancherebbe loro la spinta per abbandonare la famiglia e farsi strada da soli nella società. Il sentimento di rivalità fornisce inoltre la molla per cercare di migliorare l’umanità, di scoprire nuove teorie scientifiche, di creare nuove forme d’arte, di cambiare l’ordinamento politico e di fare giustizia. Una cosa sorprendente è che molte scoperte scientifiche e molti capolavori artistici sono stati fatti da individui ormai nel pieno della loro maturità.
Pur non essendo necessariamente più intelligenti dei padri e pur avendo meno esperienza, i giovani hanno sempre assunto un atteggiamento critico nei confronti del pensiero tradizionale, hanno sempre propeso per le nuove idee, e questo è esattamente ciò che ci vuole per il progresso dell’umanità.
La crisi di identità dell'adolescente
Un problema fondamentale nell’adolescente è lo scoprire:
- chi è,
- che cosa sarà,
- quali sono i suoi principi,
- che cosa farà.
É un processo in parte conscio e in parte inconscio, che Erik Erikson ha definito “Crisi di identità” nella sua biografia dedicata a Martin Lutero (Il giovane Lutero, Armando, Roma, 1967).
Un adolescente maschio o femmina, deve separarsi affettivamente dai genitori per scoprire chi è e che cosa vuol essere; tuttavia non solo ha ereditato da loro le cellule dei cromosomi alle quali sono legate le caratteristiche ereditarie (geni), ma per tutta la vita seguirà il loro modello.
Il risultato finale dipenderà da tre fattori:
- l’intensità della sua dipendenza,
- il grado della sua ribellione,
- il tipo di società che ha intorno a sé e che cosa la società pretende da lui.
Prima di trovare la sua personalità, un adolescente può essere, di momento in momento, sognatore, mondano, cinico, arguto, avvocato delle cause perse, asceta o monaco.
Quando tenta di emanciparsi dai genitori, ha bisogno di un forte legame con ragazzi della sua stessa età, e in principio con quelli del suo sesso, per l’innato tabù che sente verso il sesso opposto.
Queste amicizie fra lo stesso sesso o fra sessi opposti hanno una funzione di aiuto esterno, simile a quella delle impalcature usate per sorreggere i palazzi durante i lavori di rifacimento. Esse sono di aiuto agli adolescenti in quel momento di transizione in cui essi non si identificano più con i genitori, ma non hanno ancora trovato una loro identità.
Un adolescente trova se stesso individuando nell’amico che ha scelto molti tratti simili ai suoi (amano le stesse cose, detestano lo stesso insegnante). Avendo gli stessi gusti, non sentono più la solitudine e acquistano un senso di sicurezza in se stessi. Due ragazzine parlano continuamente tra loro lungo tutto il tragitto da scuola a casa, parlano ancora per una buona mezz’ora davanti alla casa di una delle due, e finalmente si separano. Ma, appena l’altra arriva a casa, si telefonano per continuare le confidenze.
Alcuni adolescenti vincono il loro sentimento di solitudine adeguandosi con conformismo agli atteggiamenti dei compagni di classe, negli abiti, nella pettinatura, nel linguaggio, nella scelta delle letture, aspirazioni, divertimenti. Quello che è importante per gli adolescenti è che le loro scelte siano diverse da quelle che farebbero i loro genitori. Se ciò che a loro piace irrita o sconvolge i genitori, tanto meglio. E tuttavia significativo che anche quegli adolescenti che si comportano nel modo più anticonformista per distinguersi dai loro genitori, modellano tuttavia i loro gusti su quelli dei loro amici.
La maggioranza degli adolescenti hanno vergogna dei propri genitori per alcuni anni, specialmente in presenza dei loro amici. Ciò è collegato, in parte, alla ricerca ansiosa della propria identità e in parte all’esasperata coscienza di sé tipica di questa età. Soprattutto vogliono essere uguali ai loro amici ed essere a loro accetti. Essi hanno paura che se i loro genitori non si comportino esattamente come gli altri, essi stessi saranno rifiutati dai loro amici. Ciò che gli adolescenti rimproverano ai loro genitori qualche volta è insignificante, d’altra parte i genitori non devono subire atteggiamenti scortesi.
Il miglior consiglio è, di essere affabile con gli amici dei figli, ma non parlare troppo, e non sforzarsi di comportarsi in modo giovanile.
Nel periodo in cui i giovani sono alla ricerca di una identità e di un’indipendenza emotiva, spiano i loro genitori per scoprire in essi segni di debolezza e ipocrisie. Finché i genitori sembrano sinceri nei loro ideali, i figli non si sentono di giudicarli, ma se scoprono anche una lieve ipocrisia, non solo si sentono liberi di criticarli, ma ritengono di essere loro stessi liberi di non rispettare più certe regole morali.
La richiesta di maggior libertà dell’adolescente spesso nasconde la paura della libertà
È naturale che essi, ormai grandicelli, si battano per i loro diritti e che ricordino ai loro genitori che ormai non sono più dei bambini. Ma, i genitori non devono prendere tutto ciò che essi dicono alla lettera perché gli adolescenti hanno allo stesso tempo paura di crescere. Si sentono estremamente insicuri circa la loro capacità di essere intelligenti, abili, sofisticati, affascinanti e simpatici come vorrebbero, ma non lo ammetteranno mai per orgoglio. Se inconsciamente dubitano di essere in grado di intraprendere una determinata cosa difficile o rischiosa, immediatamente accusano i genitori di fare di tutto per impedirgliela.
Li biasimano con tono indignato e li accusano davanti agli amici. I genitori possono rendersi conto di queste paure inconsce quando i loro figli improvvisamente annunciano che il loro gruppo ha un progetto avventuroso, un qualche cosa che non avevano mai fatto prima. Il fatto che lo raccontino prima forse vuol dire che vorrebbero praticamente che i genitori proibissero loro di parteciparvi.
Adolescenza: Rifiuto, Eccentricità, Estremismo
Talvolta ci vogliono cinque o anche dieci anni prima che un adolescente trovi la propria personalità, nel frattempo può vivere in uno stadio intermedio, caratterizzato da una passiva resistenza a una società che rifiuta (la paragona ai suoi genitori) o da un estremismo ribelle.
Può rifiutare un normale lavoro e accentuare il suo anticonformismo con la scelta stravagante dei vestiti, degli amici, del modo di pettinarsi e di vivere in generale. Tutto ciò gli sembrerà un segno inequivocabile di indipendenza. Tuttavia questi atteggiamenti per se stessi non bastano a dare una visione positiva della vita e un contributo costruttivo alla società. Non sono altro che una contestazione alle idee convenzionali dei genitori.
Ma, anche quando lo sforzo per diventare indipendenti si esprime soltanto con forme di eccentricità, si deve identificarlo come una prima fase di una creatività futura. In realtà, i giovani che vengono da famiglie con vincoli eccezionalmente forti e di alti ideali, fanno fatica a emanciparsi, mentre altri, già idealisti e altruisti per natura, assumono per un certo tempo un atteggiamento violentemente radicale o inflessibilmente puro, in politica, in arte o in molti altri campi.
Le varie tendenze, che coesistono in questa età, trascinano i giovani a queste conseguenze estreme: intenso senso critico, cinismo verso l’ipocrisia, insofferenza per i compromessi, coraggio, vocazione al sacrificio.
I giovani reagiscono in questo modo appena vengono a contatto con le ingiustizie, spesso abnormi e inutili, perpetrate dalla società in cui vivono. Alcuni anni più tardi, una volta che avranno raggiunto un certo livello di indipendenza psicologica dai genitori e avranno trovato in quale settore della società possono rendersi utili, saranno più tolleranti delle debolezze altrui e più disposti a fare dei compromessi costruttivi con la società che li circonda.
Sesso e romanticismo negli adolescenti non sono spontanei per diverse ragioni
Si usa la parola “sessuale” come riferimento al sistema ghiandolare e all’innato istinto naturale, la parola “romantico” come riferimento all’aspetto tenero, estremamente personale, idealistico dell’amore fra i due sessi, che durante l’infanzia i bimbi provano per i genitori e essi per loro. Questa definizione ha varie inesattezze; per esempio il definire oggi ogni cosa romantica può sembrare sciocco o falso. L’adolescente attraversa due precedenti fasi contraddittorie.
Fra i 3 e i 6 anni idealizza i genitori e comincia a interessarsi al romanticismo, al sesso, ai bambini.
Tra i 6 e i 12 anni, attraverso emozioni complesse, reprime il suo interesse per il romanticismo, si allontana dai genitori e comincia a interessarsi al mondo della scuola, al suo integrarsi nella società, alle leggi, ai miti.
Nell’adolescenza gli stimoli ghiandolari costringono il ragazzo ad avere di nuovo interessi sessuali e romantici. Ma, le energie sessuali continueranno a essere in conflitto con i precedenti tabù ancora per molto tempo, causando intime difficoltà psicologiche:
- senso di colpa,
- goffaggine,
- imbarazzo esteriore.
L’esempio più tipico è la timidezza dei giovani adolescenti nei rapporti con l’altro sesso. Le emozioni contraddittorie rendono anche difficili i rapporti fra genitori e figli. I forti sentimenti romantici che prorompono nell’adolescenza, dapprima sono rivolti, come un fiume primaverile in piena che investe l’alveo asciutto di un fiume, verso i genitori del sesso opposto.
Tuttavia l’adolescente intuisce nel subconscio che c’è qualche cosa che non va nel suo atteggiamento. Così a questa età cerca di volgere i suoi sentimenti verso qualche altra persona al di fuori della sua famiglia, e dissimula i sentimenti positivi con altri negativi nei confronti del genitore o dei genitori.
Ciò in parte spiega perché un ragazzo spesso è in conflitto con la madre, e una ragazza prova ostilità per suo padre.
All’inizio l’adolescente, maschio o femmina che sia, non riesce a capacitarsi dei suoi stessi sentimenti. In genere la ragazza diventa molto romantica verso persone assolutamente diverse fra loro. Allo stesso tempo può essere ben lontana dal momento in cui riuscirà a palesare i suoi sentimenti nei confronti di un individuo della stessa età e di sesso opposto, specialmente se è timida e idealista. Nel frattempo può concepire una grande ammirazione per un insegnante dello stesso sesso o per una eroina da romanzo o personaggio televisivo. Sarà solo lentamente e gradualmente che le barriere fra i due sessi si infrangeranno. Dapprima l’adolescente comincerà a nutrire dei sentimenti romantici nei confronti di un divo o di una diva dello schermo; questi interessi si sposteranno col tempo sui ragazzi o le ragazze della scuola, su cui fantasticherà e sognerà. Ci vorrà un bel po’ di tempo ancora, prima che i più timidi trovino il coraggio di mostrare apertamente i loro sentimenti al sesso opposto.
Ma, anche dopo che gli istinti di una adolescente sono riusciti a superare le inibizioni iniziali e il ghiaccio fra lei e l’altro sesso è ormai rotto, una parte della sua energia verrà “trattenuta” per scopi di tipo idealistico. Per esempio, quello di far sì che il suo atteggiamento nei confronti dell’altro sesso sia in parte romantico e idealista. Ma, un’altra parte, anche a questo relativamente avanzato stadio di sviluppo, sarà ancora sublimata in aspirazioni che superficialmente sembrano non avere alcuna relazione con il sesso, per esempio creare un’opera d’arte o rendere un grande servigio all’umanità.
All’inizio del suo interesse per il sesso opposto, l’adolescente non ammette di essere attratto fisicamente dalle persone per cui sente rispetto e tenerezza, ma lo ammette solamente per alcune in qualche modo non rispettabili. Per pochi individui questa dissociazione dura sfortunatamente tutta la vita.
Prima che gli adolescenti si rendano perfettamente conto della loro sessualità o prima di averla assorbita e integrata nella loro personalità, rimane per un po’ di tempo un istinto “strano”, rude, violento, e “alieno”. Sentono una pruriginosa curiosità di sapere che cosa è il sesso, ma una ripugnanza assai forte a scoprirlo esperimentando di persona. Questi sentimenti sono ovviamente in antitesi con le loro aspirazioni romantiche. Possono essere teneramente innamorati di una persona e, allo stesso tempo, fare proposte più o meno audaci ad altre con una fare piuttosto incurante e menefreghista.
Gli adolescenti, dai 10 ai 15 anni, hanno continue infatuazioni, durante le quali hanno sempre l’impressione di essere innamoratissimi. Ma, l’infatuazione può finire tanto rapidamente quanto è cominciata. Scoprono improvvisamente di avere ben poco in comune con l’essere amato. Spesso scoprono che si sono innamorati dell’idea che si erano fatti di questa persona e che questa idea non aveva niente a che fare con la realtà. Col passare degli anni diventano più cauti e più realisti riguardo al tipo di persona di cui hanno bisogno o con la quale possono andare d’accordo. Man mano che maturano hanno anche molto di più da offrire al partner e questa capacità di dare è un elemento fondamentale nell’amore.
Modo di vestirsi e di pettinarsi degli adolescenti
È un modo per uniformarsi al gruppo e molti adolescenti hanno bisogno di questo conformismo esteriore per sentirsi sicuri e protetti. La scelta di un certo stile è spesso dettata dal desiderio di affermare se stessi e la propria individualità, oppure vuole essere una sfida ai genitori, agli adulti in generale e alla scuola. In questo caso è probabile che stiano cercando deliberatamente di provocare e di offendere gli adulti in quanto simboli dell'autorità.
I genitori possono essere di grande aiuto se cercheranno di capire il comportamento dei loro figli e se li aiuteranno a capire se stessi. Se cercherete di spiegare il perché non siete d'accordo su certe cose, il modo di vestire per esempio, riuscirete forse a convincerli a cambiare, senza dover arrivare a una proibizione perentoria. D'altra parte, può succedere che l'adolescente, che si sente libero di discutere con i propri genitori, arrivi a convincerli ad accettare il suo punto di vista. Gli adulti, infatti, sono piuttosto cauti nell'accogliere le nuove mode. È successo spesso che una moda considerata “orribile” sia stata in seguito adottata anche dagli adulti. È il caso dei capelli lunghi e dei jeans, introdotti dai giovani negli anni sessanta e dei pantaloni per le ragazze che tanto sconvolsero le autorità scolastiche all’epoca.
Come i genitori possono aiutare gli adolescenti
Con gli adolescenti non è un compito facile per un genitore agire nel modo più appropriato.
Anche se i ragazzi o le ragazze sono fondamentalmente buoni, saranno comunque portati a essere ribelli e ostili, sia che i genitori siano comprensivi o no. Il mestiere di genitore oggi è reso ancora più difficile da tutte queste nuove teorie e studi sulla psicologia, che rendono i genitori insicuri e preoccupati di nuocere, anche quando agiscono nel modo migliore.
Questo è un atteggiamento sbagliato perché nella maggior parte dei casi è meglio agire con piglio sicuro, anche se la decisione sarà considerata sbagliata, piuttosto che fare una cosa forse giusta ma con l'aria di chi si scusa e non è sicuro. Anche perché gli adolescenti oggi sono in genere indomabili e hanno costretto i genitori a battere in ritirata.
Molti adolescenti tuttavia non sono ostili ai loro genitori e si mostrano per lo più piuttosto ragionevoli. Questo è eccezionale, se si considerano le burrascose esperienze di tipo emotivo che attraversano a questa età e i vari adattamenti che devono fare fra il loro nuovo “io” e la vita intorno a loro.
Il punto più importante è che gli adolescenti hanno bisogno e vogliono dai loro genitori una guida, forse anche delle regole da seguire, sebbene essi le contestino (l'orgoglio impedisce loro di ammetterlo apertamente).
Insegnanti molto preparati e assistenti sociali hanno spesso sentito dire dagli adolescenti: “Vorrei che i miei genitori mi dessero direttive ben definite, come fanno i genitori dei miei amici”. Essi intuiscono che una delle tante forme dell'amore dei genitori è il volerli proteggere da errori e situazioni pericolose, da una triste visione del mondo che hanno intorno, dal cacciarsi nei pasticci per la loro inesperienza.
Questo non significa che i genitori debbano essere dispotici e autoritari. I giovani sono troppo suscettibili e hanno troppo il senso della dignità per sopportare questo; vogliono discutere i problemi a livello di parità. Se alla fine di una discussione non si raggiunge un accordo,
- i genitori non devono agire troppo democraticamente partendo dal presupposto che l'adolescente può essere nel giusto quanto lo sono loro;
- non devono dimenticare che la loro esperienza vale molto.
Alla fine i genitori devono esprimere il loro parere francamente e senza timori e, se è il caso, dire anche che cosa si aspettano dai loro figli. I genitori hanno il dovere di comportarsi con schietta fermezza nei loro confronti.
Ma che fare, si domandano i genitori, se i figli sfidano deliberatamente un ordine o disobbediscono con l'aria di chi se ne infischia?
Se il rapporto genitori-figli è abbastanza solido, questo non succederà nei primi anni dell'adolescenza e probabilmente neppure più tardi. Quando saranno più grandi, i genitori potranno ogni tanto dar loro l'occasione di esprimere un parere contrario; ciò naturalmente non significa che i genitori pensano che le loro opinioni siano sbagliate.
L'atteggiamento dei genitori dovrebbe far capire, senza bisogno che lo dicano, che essi si rendono conto che i figli non saranno sempre sotto la sorveglianza dei genitori, ma che, nonostante ciò, essi si comporteranno sempre bene, seguendo la loro coscienza e il rispetto per i loro genitori e non perché i genitori li stanno sorvegliando e li obbligano a ubbidire.
Anche se un ragazzo già grandicello sfida e disobbedisce a un ordine dei genitori, ciò non significa che l’avergli dato l’ordine sia stato del tutto inutile. È certamente di grande aiuto per le persone inesperte sentire tutti i pareri e le opinioni. Se decidono di non seguire i consigli dei genitori, possono tuttavia prendere una decisione ugualmente assennata, basata forse su cognizioni o informazioni che i genitori non possiedono. Certamente, man mano che diventano sempre più grandi, devono abituarsi a rifiutare talora dei consigli e ad assumersi la responsabilità delle loro decisioni. Se i giovani rifiutano i consigli dei genitori, si trovano nei pasticci, questo li farà rispettare di più i loro genitori e le loro opinioni, anche se non lo ammetteranno mai.
Supponiamo che dei genitori non sappiano che cosa dire o che cosa fare riguardo a certi problemi o situazioni. Ne possono discutere non solamente con i loro figli, ma anche con gli amici e con altri genitori interessati. Potranno anche arrivare a stabilire un “codice di comportamento” generale. Questo non significa che i genitori che non sono d'accordo con questo “codice” debbano a tutti i costi accettarlo e uniformarvisi. Alla lunga, i genitori riescono in quello che stanno facendo solo se sono convinti che le loro idee e le loro opinioni siano giuste. Naturalmente, stabiliranno questo dopo aver discusso e ascoltato anche il parere di altri.
Suggerimenti specifici
È favorevole seguire principi generali quando si danno consigli o si guidano i propri figli, ma sarebbe abbastanza esitante nel trasformare questi principi in regole ben specifiche. I tempi cambiano, le consuetudini variano nelle diverse parti del paese e nei diversi gruppi di una stessa comunità. Inoltre ogni bambino ha un carattere e una maturità particolare. Eccovi alcune regole assai semplici a cui potete attenervi.
- Gli adolescenti, così come gli adulti, dovrebbero lavarsi regolarmente e indossare abiti puliti. La scelta del vestire non deve essere troppo dissimile da quella dei loro compagni.
- Sia da soli sia in gruppo dovranno comportarsi gentilmente con la gente in generale e in modo decisamente affettuoso con i genitori, gli amici di famiglia, gli insegnanti e le persone di servizio. È naturale che gli adolescenti abbiano una certa ostilità e rivalità nei confronti degli adulti, sia a livello conscio che inconscio. Sarà comunque una ottima cosa per loro dover controllare questi sentimenti di ostilità e comportarsi comunque educatamente. Il fatto che siano educati è molto importante per gli adulti con cui vengono a contatto.
- I giovani dovrebbero inoltre avere dei veri e propri obblighi di collaborazione familiare, compiti ben precisi da svolgere regolarmente e anche incarichi speciali. E questo è utile non solo perché è di aiuto ai genitori, ma anche perché dà loro una sensazione di dignità, di collaborazione e di serenità.
Non potete imporre questi principi, quello che potete fare è di esporli ai vostri figli e di discuterne con loro. Può essere di grande aiuto agli adolescenti sentire quali sono le idee dei loro genitori, anche se poi non le accetteranno e non le seguiranno.