L’aggressività legata ai giocattoli, ai cartoni animati, ai videogiochi e ai video

Il controllo degli impulsi

Giocare con la pistola è bene o male per i bambini? No, se a tali giocattoli vengono dati i giusti valori simbolici. Alcuni genitori esprimono dei dubbi circa il comperare ai loro figli pistole o giocattoli di guerra, perché non vogliono incoraggiarli in nessun modo alla delinquenza e al militarismo, a tal proposito è bene specificare che le due cose non sono così strettamente collegate ma abbastanza delicate.  

È bene far vedere ai bimbi i cartoni animati dove il tema principale è la lotta? Non dovrebbe essere un problema se il tempo che dedica il bambino alla loro visione è controllato (non più di un’ora al giorno in media) e se i genitori sono attendi a certe relative dinamiche che il bambino può attivare durante il quotidiano.

Man mano che crescono, i bambini imparano naturalmente a controllare a poco a poco la loro aggressività, purché, ovviamente, i genitori li incoraggino in questo senso. A uno o due anni, quando sono arrabbiati con un altro bimbo, sono capaci di morsicargli un braccio senza un attimo di esitazione. Ma, a tre o quattro anni hanno già imparato che l’aggressività e la violenza sono brutte cose, però si divertono ancora a far finta di uccidere con la pistola un ipotetico nemico, oppure gli stessi genitori, o ad imitare atteggiamenti visti nei cartoni animati, ma allo stesso tempo si mettono a ridere per rassicurarli e far capire loro che né la pistola né la pretesa ostilità devono essere prese sul serio.

Fra i sei e i dodici anni, i maschi vogliono giocare con più serietà alla guerra o alla lotta e stabiliscono le regole del gioco. Possono sorgere dispute e risse, ma vere e proprie battaglie sono rare. A questa età i bambini non fingono di sparare alla mamma o al papà nemmeno per scherzo, non perché i genitori sono diventati più severi, ma perché la loro coscienza si è svegliata ed è più presente. A questa età anche il solo pensiero di far male o di augurare del male ai propri genitori li imbarazza e li rende infelici. Nell'adolescenza i sentimenti aggressivi diventano più forti e i ragazzi ben indirizzati li sfogano nello sport, nelle gare e nel prendere in giro gli amici.

In pratica, il giocare alla guerra è una fase indispensabile per disciplinare l’aggressività dei ragazzi e delle ragazze; ciò succede anche al ragazzo più quieto, antimilitarista o pacifico. I genitori coscienziosi non devono temere di aver un figlio mascalzoncello. Un delinquente non è stato deformato nella sua personalità perché da cinque o dieci anni gli è stato permesso di giocare alla guerra, è stato invece trascurato nei primi anni di vita quando il suo carattere stava prendendo forma, prima ancora che avesse qualche giocattolo di quel tipo.

Oggi i genitori dovrebbero farsi guidare dal proprio istinto per tenere il proprio figlio lontano dalla violenza. Molti avvenimenti convincono della fondatezza di questa idea.

Di seguito un esempio di insegnante di scuola materna molto esperta. I bambini a lei affidati continuavano a picchiarsi fra loro senza provocazione e più del solito. Ai suoi rimproveri risposero: “Ma questo lo fanno anche i televisione (programma televisivo per ragazzi, pieno di violenza e di buffonate, che era iniziato da poco e che aveva avuto subito un grande successo). Questo particolare comportamento non denota un serio indebolimento di carattere ma dimostra che l'osservare la violenza può peggiorare le attitudini del bambino. Alcuni studi psicologici hanno provato che essere spettatori di brutalità stimola un poco anche negli adulti la crudeltà. Ciò che colpisce di più è stato l'assassinio del presidente Kennedy ed il fatto che alcuni scolari all’epoca se ne fossero rallegrati. Non sono da biasimare tanto i ragazzi quanto quel tipo di genitore americano che è stato capace di dire, a proposito di un presidente che non amavano, “l’avrei ammazzato, se ne avessi avuto l’occasione!”).

Probabilmente gli uomini sono stati troppe volte tolleranti verso la violenza e la illegalità. Si sono mostrati senza pietà nei rapporti con gli estranei, in alcune zone di frontiera hanno optato per la giustizia vigilante. Sono stati duri con le ondate di immigrati. Hanno negato giustizia a gruppi di differenti opinioni politiche e religiose. I paesi più sviluppati hanno una forte percentuale di crimini. Una grossa parte della popolazione adulta e infantile è continuamente affascinata dai drammi della violenza e da storie di crimini brutali al cinema o alla televisione. Abbiamo avuto una storia disonorevole di linciaggi razzisti e di assassinii, di abusi regolarizzati e umiliazioni. È anche successo che neonati e bimbi piccoli siano stati picchiati brutalmente dai genitori. Naturalmente alcuni di questi fenomeni sono caratteristici solo di una piccola percentuale della popolazione, ma anche gli altri, che si riferiscono alla maggioranza, non significano che gli americani medi abbiano una aggressività maggiore che i popoli di altre nazioni. Probabilmente queste manifestazioni sono dovuta dal fatto che l’aggressività sia stata meno repressa, fin dall’infanzia. È abbastanza chiaro che per avere una vita nazionale più stabile e civile, dobbiamo educare la futura generazione con un maggior rispetto delle leggi, dei diritti e delle aspirazioni degli altri popoli.

Sono molti i modi con cui possiamo formare questi atteggiamenti, mostrando, per esempio, costantemente la nostra disapprovazione per i programmi televisivi violenti e volgari o per il giocare con pistole e fucili.

La sopravvivenza dell'umanità è legata a una maggiore consapevolezza della necessità di evitare la guerra e di aspirare a una vera pace. Vi sono armi nucleari tali che la nostra civiltà può essere distrutta in poche ore, e questa situazione così pericolosa richiede una coscienza nei leader nazionali e nei cittadini molto maggiore che nel passato. Abbiamo il compito di preparare i nostri figli a questa tremenda responsabilità e mi pare che finora sia stato fatto ben poco in questa direzione.

Se li educhiamo con l'impressione che la crudeltà non è sbagliata purché essi siano in grado di distinguere quando è un gioco, purché disapprovino solo alcuni individui o gruppi oppure quando essa è al servizio del loro paese (sia che il paese sia dalla parte del torto o della ragione), il risultato sarà che essi perderanno la testa e non sapranno che cosa fare nel caso che vengano provocati.

Riuscire ad immaginare i genitori che proibiscono ai loro bambini di giocare con le pistole o di guardare alla televisione programmi con scene che risaltano l’aggressività? Forse no, ma vale la pena di tentare, magari non proibire tutto, ma qualche cosa.

I genitori dovrebbero stroncare con fermezza i giochi di guerra dei loro figli o qualsiasi altro gioco se questi degenerano in una crudeltà premeditata o in meschinità; ciò non significa che debbano interferire in ogni piccola lite o zuffa.

Ad un figlio di 3 o 4 anni che chiede di comprargli una pistola, sarebbe opportuni dirgli, amichevolmente e non accigliato, che non gliela comprate, anche se è solo un gioco, perché l’umanità è già troppo crudele, e noi dobbiamo invece imparare a condurci in modo fraterno (con parole  comprensibili per la sua età) e proporgli un altro regalo.

Se lo vedete con un manico di ombrello usato come pistola in mezzo a un gruppo di ragazzi che giocano alla guerra, potete far finta di non vederlo e lasciatelo giocare finché il gioco non diventa veramente crudele. Se uno zio gli regala una rivoltella o un elmetto da soldato per il suo compleanno, non portateglielo via. Se a sette o otto anni decide che con i suoi soldi vuole comperarsi un'uniforme militare o altri giocatoli di combattimento (spade, laser, fucili, pugnali, coltelli, ecc.) , non glielo impedite; ma ricordategli però che siete contrari a comperare e a regalare giocattoli ispirati alla guerra e alla lotta e che d'ora in avanti egli dovrà prendere le sue decisioni da solo. Non fate però questo discorso in tono di disapprovazione, per non forzare la sua volontà.

Una ragione che trattiene da una perentoria proibizione è che questa sarebbe più negativa proprio su quei ragazzi che ne hanno meno bisogno. Se tutti i genitori si convincessero e quindi si accordassero nel bandire di punto in bianco tutti i giochi di guerra, probabilmente sarebbe giusto. Ma, non potrà avvenire molto presto a meno che scoppi una bomba per caso e sconvolga talmente il mondo da bandire tutte le armi, vere e finte.

Una piccola percentuale di genitori, quelli più attenti e coscienziosi, saranno i primi a voler dissuadere i loro bimbi dal giocare alla guerra o con le pistole; è probabile comunque che i figli di genitori simili saranno già dei bimbi inclini a essere sensibili e responsabili. Quindi, sarebbe inutile, per quei genitori che sono già istintivamente portati alla pace e alla bontà, calcare troppo la mano e insistere perché i loro figli dimostrino una totale adesione alle loro idee, mentre tutti i loro amichetti si aggirano con pistole giocattolo e altre cose del genere. Sarebbe più facile attuare questo se in un vasto gruppo di genitori la maggioranza la pensasse allo stesso modo. L'ideale sarebbe che i bambini crescessero con un profondo rispetto nei confronti dell'umanità e questo dipende essenzialmente dall'atmosfera familiare. Questo rispetto sarebbe poi ulteriormente rafforzato se tutti insegnassimo ai nostri figli un certo modo di pensare e di comportarsi nei confronti di altre nazioni o di altri gruppi etnici. L'eliminazione dei giochi di tipo guerresco potrà avere una certa influenza sul comportamento dei bimbi, ma sarà comunque molto meno incisiva che i due fattori sopracitati.

È indiscutibile invece il compromesso riguardo alla brutalità in televisione e al cinema. La visione di un volto umano colpito violentemente da un pugno provoca nei bambini un'impressione maggiore di quella che provano giocando alla guerra. I genitori dovrebbero decisamente proibire i programmi che sfociano nella violenza, perché i bambini possono solo in parte distinguere la finzione dalla realtà. Essi possono dir loro: “È sbagliato farsi male o uccidersi l'un l'altro, e non voglio che tu veda queste brutte cose”.

Anche se il bambino bara e guarda in segreto questi programmi, sa benissimo che i genitori disapprovano, e questo è già sufficiente per proteggerlo dall’effetto violento di tali scene.

Il bambino che morde

È abbastanza naturale che i bimbi di un anno prendano l’abitudine di morsicare i loro genitori. La dentizione fa loro desiderare di mordere comunque e quando sono stanchi e tesi tale desiderio è ancora più forte. Potrebbe non essere molto grave quando un bimbo di uno o due anni morde un altro bambino, sia egli di umore buono o cattivo.

Dopo i due anni o due anni e mezzo bisogna vedere la frequenza con cui morde e come la bimba o il bimbo si comporta in altre circostanze. Se in genere è contenta ed espansiva ma qualche volta da un morso quando fa la lotta, la cosa non ha importanza. Ma, se invece è nervosa o infelice molto spesso e continua a mordere gli altri bambini senza alcun motivo, è segno che qualcosa non va. Forse viene dominata e disciplinata troppo in casa e si trova in uno stato di ipersensibilità e di agitazione? Forse prima ha avuto poche possibilità di abituarsi agli altri bambini e immagina che siano pericolosi e minacciosi verso di lei? Forse è gelosa di un fratellino e scarica sugli altri bambini piccoli la paura e il risentimento, come se fossero anch’essi altrettanti rivali? Se la causa e la cura non sono facili da individuare, sarà utile ricorrere all'aiuto di uno specialista per bambini (Neuropsicomotricista).

Alcuni genitori che hanno ricevuto una serie di morsi si chiedono se li devono restituire. Probabilmente i genitori riescano a controllare meglio i figli se stanno al loro posto e se si comportano come un “padrone affettuoso”, piuttosto che scendere al loro livello e difendersi a loro volta con pugni, schiaffi o morsi. Inoltre, se morsicare o schiaffeggiate una bimba di un anno, è probabile che essa vi risponda considerando ciò una lotta o un gioco. Se vi dimostrate seccati, non farete che stimolare la sua cattiveria. La sola cosa che potete e dovete fare è di starle lontani per non essere morsi di nuovo, tirandovi indietro quando ha quello sguardo cattivo e mostrandole chiaramente che ciò non vi piace e non glielo permettere.  

Andate piano con i giochi violenti o con gli scherzi

Molti genitori amano fare giochi violenti con i figli e anche ai bambini piace, ma si eccitano troppo e poi hanno incubi notturni. È bene ricordare che a due, tre e quattro anni gli affetti, gli odi e le paure del bambino ingrandiscono a dismisura. I piccoli non sanno distinguere con chiarezza la realtà dalla finzione: un padre che finge di essere un orso o un pugile, realmente assume queste vesti per il bambino. E questa esperienza è troppo gravosa per un bambino piccolo. Quindi, i giochi che possono spaventare devono essere brevi, allegri e non troppo violenti, anche se il bambino vuole che continuino. Soprattutto non si deve fingere di far la lotta o di dar la caccia al bambino: meglio fare della ginnastica e smettere quando il bambino si eccita troppo. Quando qualcuno è irritato con un amico o con un collaboratore, non può picchiarlo né insultarlo; però gli è consentito prenderlo in giro. Cosi si abitua a farlo, in ogni occasione, anche coi figli. Ma, i bambini si potrebbero sentire umiliati quando si ride di loro e non sanno rendere il contraccambio; quindi, in questi casi è meglio non farlo. 

Aggressività e atti osceni alla televisione, ai videogiochi, al cinema, nei fumetti e nei video su youtube

Ovviamente è consigliato di evitare ai bambini le scene brutali in televisione, sui videogiochi, al cinema; i fumetti non sono proprio così deleteri perché sono meno realistici, tuttavia fate ugualmente attenzione.

Se scartiamo i fumetti e altri racconti brutali e osceni, rimane sempre il problema, per i genitori che hanno certi principi e ideali, di stabilire se altre letture, che sono solamente un po’ volgari, ridicolmente eroiche e piene di combattimenti, anche se non particolarmente brutali, rovineranno il carattere dei loro figli o il loro gusto per la buona letteratura. Probabilmente non c’è da preoccuparsi da questo punto di vista, perché molti bambini che per un lungo periodo furono assolutamente affascinati da questo tipo di letture e che poi le abbandonarono, una volta cresciuti.

Oscenità e scene di sesso

Una volta che i bambini sono abbastanza grandi da comperarsi i fumetti o altri libri e da andare al cinema da soli o a casa di altri amici, il problema dell’oscenità si ripresenta.

È già stato detto in un altro articolo che l’idealismo e la creatività degli esseri umani sono collegate all’inibizione e sublimazione del sesso, le quali si verificano durante tutta l’infanzia, ma soprattutto nel periodo fra i 6 e i 12 anni, e sono particolarmente accentuare sei genitori hanno insegnato ai figli ideali di un certo livello. In sintesi, la potenzialità nei bambini di produrre nel loro futuro lavoro e di contrarre dei matrimoni con basi solide e sane può essere compromessa, anche se lievemente, se durante la loro infanzia hanno sempre avuto un quadro molto grossolano del sesso. Non ci si riferisce a sporadiche e sfortunate esperienze, avute a dispetto degli sforzi dei genitori, come, è probabilmente successo a tutti noi. Ma, è necessario considerare che i bambini non dovrebbero avere l’impressione che i loro genitori hanno un’opinione volgare del sesso oppure che essi non si curano di come gli altri possono influenzare i loro figli.

Il consiglio è che i genitori dovrebbero permettere ai loro figli dei libri e dei film di cui conoscono, direttamente o indirettamente, il contenuto e il valore morale.

Limitare le ore trascorse davanti alla TV o ai videogiochi (Computer, Tablet, Smartphone, Playstation, giochi elettronici,video su youtube)

È un vero problema il bambino che sta incollato davanti alla televisione o davanti ad un videogioco, dal momento in cui rientra nel pomeriggio a quando viene obbligato a andare a letto la sera. Non vorrebbe neppure perder tempo per mangiare o fare i compiti, neppure per salutare i genitori. Vi è inoltre la tentazione per i genitori di lasciare i figli guardare la televisione o giocare con i videogiochi continuamente, visto che li fa stare così tranquilli. È meglio in questo caso che i genitori e i bambini si mettano d’accordo e stabiliscano in modo fermo, ma ragionevole, quante ore devono essere dedicate alla passeggiata o agli sport, quante allo studio, quante ai pasti e quante infine alla televisione e ai videogiochi. Tutti poi devono rispettare gli accordi presi. Altrimenti i genitori finiranno per sgridare i bambini ogni volta che li troveranno davanti alla televisione, al tablet o al computer quando invece dovrebbero fare i compiti e i bambini accenderanno la TV o i videogiochi ogni volta che credono che i genitori non stiano sorvegliandoli. Alcuni adolescenti e adulti dicono di riuscire a lavorare altrettanto bene, se non meglio, con la radio accesa, anche se questo è possibile solo con programmi esclusivamente musicali. Non vi è niente contro questa abitudine, se i ragazzi sono veramente capaci di fare tutti i loro compiti mentre ascoltano la radio.

Film, programmi televisivi e videogiochi che possono spaventare

I film e i videogiochi sono una cosa rischiosa prima dei 7 anni. Sentite parlare di un programma, per esempio di un cartone animato, che sembrerebbe un divertimento perfetto per un bambino; ma, quando vi ci soffermate, almeno tre volte su quattro scoprite che nel racconto c’è qualche episodio che fa paura ai bambini piccoli. Dovete ricordare che un bambino di 4 o 5 anni non distingue ancora chiaramente tra finzione e vita reale. Una strega sullo schermo è per lui altrettanto viva e terribile, quanto un ladro in carne e ossa lo sarebbe per voi.

La sola buona regola è di non portare al cinema o non lanciare da solo davanti al televisore o videogioco un bambino inferiore ai 6 - 7 anni, a meno che voi o qualcun altro che conosca bene i bambini piccoli abbiate visto il film o giocato con il videogioco e siate sicuri che non contiene nulla che può turbare o spaventare.

Le stesse attenzioni valgono anche per un ragazzo più grande, se si spaventa facilmente. Alcuni bambini sono molto sensibili e si turbano anche solo per racconti di fate, storie avventurose o drammatiche. Evitate che li vedano.