È necessario punire per educare i figli?

È necessario punire?

Quasi tutti i genitori decidono di sì, una volta o l’altra. Molto dipende da come sono stati educati loro stessi. Se sono stati puniti di quando in quando giustamente, sono naturalmente portati a punire in situazioni analoghe, mentre, se hanno ricevuto soltanto una chiara guida positiva, tendono ad avere il medesimo atteggiamento con i loro figli. Ci sono genitori che danno molte punizioni e altri che non ne danno mai, e non si può dire con sicurezza che il castigo è beneficio o che il non imporlo è ugualmente educativo; è sempre relativo al tipo di educazione che i genitori hanno deciso di adottare.

In ogni caso è bene chiarire subito che ci sono molti bambini che si comportano male e che devono essere guidati. Alcuni genitori li castigano molto spesso, altri mai. La conclusione è quindi che sia l'uno che l'altro metodo può funzionare oppure no; tutto dipende sempre dal tipo di disciplina che i genitori seguono. Prima di continuare ad analizzare questo argomento circa l’educazione, dovete sapere che la punizione non è sempre l'elemento fondamentale della disciplina; quello che invece realmente conta è che i bambini si rendano conto che i loro genitori credono fortemente in quello che dicono. Molto spesso dei bambini puniti, sculacciati e sgridati continuano a comportarsi male. Molti criminali cronici, dopo aver passato metà della loro vita in prigione, una volta tornati in libertà, immediatamente cascano in un nuovo crimine.

Il principio base di una buona disciplina educativa è un'atmosfera serena in cui i bambini possano crescere sentendosi amati e imparando a loro volta ad amare. Infatti, noi siamo gentili e socievoli (la maggior parte delle volte) proprio perché amiamo il nostro prossimo e vogliamo essere benvoluti da esso. I criminali abituali sono spesso persone che nell'infanzia non sono state amate a sufficienza e molti di loro sono stati per giunta maltrattati. I bambini cessano gradualmente di essere prepotenti e cominciano a comportarsi in modo socievole intorno ai tre anni, non perché ciò viene loro insegnato dai genitori, anche se può essere di aiuto, ma perché i loro sentimenti verso gli altri bambini, l'affetto in particolare, si sono sviluppati autonomamente.

Un altro elemento fondamentale è il desiderio intenso dei bambini di assomigliare il più possibile ai genitori. Essi si sforzano particolarmente di essere gentili, educati e giudiziosi nel periodo tra i 3 e i 6 anni. Essi imitano i loro genitori nel modo molto serio con cui si prendono cura delle loro bambole, dei lavori di casa e di altre attività. Il maschio cercherà di imitare gli interessi e i modi del padre, la femmina quelli della madre.

Sebbene siano i bambini stessi a fare la maggior parte dello sforzo per questa loro evoluzione, attraverso l'amore e l'imitazione, c’è sempre molto da fare anche per i genitori, come voi tutti sapete. Per dirla in altri termini, usando un paragone automobilistico, i bambini sviluppano la potenza del motore, ma sono i genitori che devono usare il volante. Le motivazioni dei bambini sono spesso buone, ma essi non hanno l'esperienza o la stabilità per rimanere in carreggiata. I genitori devono dire:

  • No, attraversare la strada è troppo pericoloso,
  • Non puoi giocare in quel modo, finirai per far male a qualcuno,
  • Di' grazie alla signora,
  • Vieni a casa adesso perché il pranzo è pronto,
  • Non puoi portarti via quel giocattolo perché non è tuo,
  • eccetera.

Il successo che i genitori avranno in questo lavoro di guida dipende da una serie di fattori:

  • se i genitori hanno un comportamento sufficientemente coerente (nessuno è sempre del tutto coerente),
  • se essi mostrano di attenersi a quello che dicono (e non parlano tanto per parlare),
  • e se riusciranno ad avere sempre delle buone ragioni per dare ordini o proibizioni (e non solo perché sono di cattivo umore o si sentono autoritari).

Il compito quotidiano dei genitori, quindi, è di tenere il bambino sui propri binari usando una certa fermezza. Tenete presente che non è educativo guardare (senza intervenire) un bambino che distrugge qualcosa per poi punirlo solo più tardi. Dovrete ricorrere alle punizioni (se ritenete giusto farlo) solo di tanto in tanto, quando vi accorgete che la vostra “reale” fermezza non viene rispettata. A questo punto vostro figlio si chiederà meravigliato se voi insistete in una proibizione che avevate stabilito qualche tempo prima. A volte è di cattivo umore e si comporta male di proposito. A volte ha rotto un oggetto che vi piaceva molto o vi risponde male proprio quando voi siete preoccupati e tesi per altre ragioni, e voi allora perdete le staffe, lo punite, o almeno vi viene la tentazione di farlo.

La miglior prova dell'efficacia di una punizione è ottenere il risultato desiderato, senza altre gravi conseguenze. Se rende un bambino furibondo, ostile e con un comportamento peggiore di prima, allora certamente è un metodo sbagliato e fa più male che bene. Se la punizione sembra spezzare il cuore al bambino, allora forse è troppo forte per lui. Ogni bambino reagisce in modo diverso.

Succede qualche volta che il bambino rompa un piatto o si strappi i vestiti per un incidente o per negligenza. Se va d'accordo con i genitori, si sentirà spiacente come loro per l'accaduto, e non c'è bisogno di alcuna punizione (In realtà qualche volta dovete consolarlo). Sgridare un bambino che già prova rincrescimento, talvolta gli toglie il rimorso e lo spinge a controbattere.

Se avete a che fare con un ragazzo più grande che vi rompe sempre i piatti facendo stupidi scherzi, sarà bene fargli comprare i piatti nuovi pagando di tasca sua (con la sua paghetta). Dopo i sei anni il bambino acquista un senso di giustizia e vede l'imparzialità di una punizione adeguata. Però, non si deve esagerare col genere di punizione del tipo “sopporta le conseguenze” prima dei sei anni, e non va assolutamente utilizzata prima dei tre anni. Non vorrete certo che un bambino piccolo sviluppi un grave senso di colpa. Il compito dei genitori è di impedirgli di mettersi nei pasticci, non di agire come un giudice severo quando il male è già successo.

Nei tempi passati i bambini venivano sculacciati con frequenza, e nessuno ci badava molto. Poi sopravvenne una reazione, e i genitori decisero che era semplicemente una vergogna. Ma, questo non metteva a posto tutto. Se i genitori arrabbiati si trattenevano dal picchiare, finivano per manifestare la loro irritazione in altri modi, per esempio tormentando il bambino per mezza giornata o cercando di fargli sentire la sua grande colpevolezza. Ovviamente non è opportuno il metodo degli sculaccioni, ma probabilmente e meno dannoso dei rimproveri senza fine, perché rischiarano l'atmosfera, per i genitori e per il bambino. Talvolta sentirete raccomandare di non sculacciare mai un bambino sotto l'impeto dell'ira, ma di aspettare quando si è più calmi. Verosimilmente è contro natura. Ci vuole un genitore piuttosto crudele, per battere un bambino quando l'ira è passata.

È sconsigliato di mettere il bambino nella sua stanza, per punirlo ed addirittura chiudergli la porta: gli sembrerà una prigione. Gli basterà a volte essere tenuto fermo per qualche minuto sul suo seggiolone o su un posto prestabilito. Evitate le minacce più che potete; il risultato è che non migliorano il comportamento, anzi spesso ottengono l'effetto opposto.

Sarà invece comprensibile e ragionevole dirgli: “Se non vieni via dalla strada con la bicicletta, te la faccio sparire”. In un certo senso però una minaccia è una sfida alla quale il bimbo può rifiutarsi di ubbidire. Dovrebbe invece bastargli il fatto che i genitori gli dicono con fermezza che egli deve venir via dalla strada, se, naturalmente, il bimbo sa per esperienza che i genitori quando parlano non scherzano. D’altra parte però, se vedete che è il caso di punirlo drasticamente portandogli via la bicicletta per alcuni giorni, è meglio avvisarlo ripetutamente. Certamente è sciocco e distrugge rapidamente tutta l’autorità dei genitori, fare certe minacce, che non vengono mai effettuate o che non si possono effettuare. Le minacce terribili, come il vigile e il lupo, sono sbagliate al cento per cento in tutti i casi.

I genitori che non hanno autorità sui figli o che devono punirli spesso, DEVONO ESSERE AIUTATI

Alcuni genitori non riescono a farsi ubbidire dai propri figli e dicono di essi che “sono proprio cattivi” e che non c’è verso che ubbidiscano. La prima cosa che notate se osservate questo tipo di genitore (supponiamo sia la madre), è che lei non dà veramente l'impressione di fare di tutto per farsi ubbidire, anche se sembra che lo voglia e pensa seriamente di star facendo tutto il possibile. La madre continua a minacciare, a rimproverare, spesso anche punisce, ma questo tipo di madre non porta mai a compimento le sue minacce e anche se punisce non riesce mai a far fare al bambino ciò che essa vuole; un’altra lo fa ubbidire ma cinque minuti dopo gli permette quello che gli aveva appena proibito (incoerenza). Oppure scoppia a ridere nel bel mezzo della punizione e continua a brontolare che “lui” è proprio terribile; senza dire poi (ed è ancora peggio) che qualche volta le sue lamentele vengono fatte anche coi parenti e coi vicini di casa quando il bambino è presente, e questi giunge quasi a farsene un vanto. In questi casi in realtà la mamma non fa veramente nulla per farsi ubbidire.

Questi tipi di genitori inconsciamente sono sicuri che il pessimo modo di comportarsi del bimbo continuerà e non c'è assolutamente niente da fare per porvi rimedio. Senza rendersene conto essi, con il loro modo di fare, non fanno altro che spingere il bambino a comportarsi così. Lamentandosi con i vicini di casa sperano che anche questi siano d’accordo con loro nel riconoscere che il bimbo è “veramente insopportabile”. Sgridate e punizioni sono soltanto espressione della loro frustrazione. Spesso questi genitori hanno avuto un’infanzia infelice e non hanno potuto acquistare una fiducia sufficiente in se stessi o nei loro figli.

È necessario quindi che tali genitori siano guidati attraverso un percorso PsicoEducativo.