Da dove vengono i bambini?
I bambini normalmente fanno domande verso i tre anni
I bambini incominciano ad avere idee più esatte delle cose in rapporto al sesso intorno a 2 anni e mezzo, 3 anni o 3 anni e mezzo. Questa è la fase dei “perché”, quando la loro curiosità si manifesta in tutte le direzioni. Probabilmente vorranno sapere perché i bambini sono fatti diversamente dalle bambine. Non lo considerano un problema sessuale, ma soltanto un problema importante. Se allora avranno un’impressione sbagliata, questa si mescolerà più tardi con le questioni sessuali e perciò essi si faranno in proposito anche idee sbagliate.
È molto probabile che questa domanda venga fatta quando i bambini hanno all’incirca 3 anni. È senz’altro meglio e più facile dire subito la verità, invece di raccontare loro una bella storiella che dovrete comunque cambiare più tardi. Cercate di formulare una risposta che sia altrettanto semplice che la domanda. Per esempio, potete dire: “Un bambino cresce in un posto speciale dentro la mamma”. Per il momento non dovete dire di più, se vi pare che siano soddisfatti della vostra risposta. Ma, può darsi che dopo qualche minuto o qualche mese vorranno sapere qualche cosa di più: come fa il bambino a entrare e a uscire? È probabile che la prima domanda metta in imbarazzo i genitori, i quali possono affrettarsi a concludere che i bambini ora vogliono informazioni sul concepimento e sui rapporti sessuali. Naturalmente i bambini non hanno la più pallida idea di tutto ciò e pensano invece alle cose che entrano nello stomaco quando si mangia e forse si chiedono se anche i bambini entrano in quel modo. Una risposta semplice è che il bambino cresce da un semino che c’era dentro alla mamma. Passeranno mesi prima che voglia sapere qual è la funzione del padre. Alcuni ritengono che bisogna anche dire al bambino, quando pone le prime domande, che il padre contribuisce mettendo il suo semino dentro alla mamma. Forse è giusto, specialmente se si tratta di un maschietto che ha l’impressione che l’uomo è lasciato da parte. Ma, quasi tutti gli esperti ritengono che i 3 o 4 anni non siano l’età più adatta per cercare di dare a un bambino il quadro completo del lato fisico ed emotivo dei rapporti sessuali. Sarebbe più di quanto il bambino voleva sapere, quando ha fatto le domande. È necessario soltanto soddisfare la sua curiosità, sempre nei limiti della sua comprensione.
Quanto al problema di come fa a uscire il bambino, una buona risposta è che il bambino, quando è abbastanza grande, esce attraverso una speciale apertura fatta apposta. È bene mettere in chiaro che non si tratta dell’apertura delle urine o delle feci.
Perché non la cicogna?
Direte: “Perché non è più facile e meno imbarazzante raccontargli la storia della cicogna?” Vi sono parecchie ragioni. Sappiamo che un bambino di tre anni, se ha la mamma o una zia incinta, avrà un sospetto circa il luogo in cui cresce il bambino, osservando la figura della donna e sentendo qualche frase di una conversazione. È facile che lo confonda e lo tormenti il fatto che i genitori gli hanno detto nervosamente qualcosa di diverso da quello che egli sospetta sia la verità. Anche se non sospetta niente a 3 anni, certamente scoprirà la verità o una mezza verità a 5, a 7, a 9 anni. È meglio non metterlo sulla strada sbagliata e non costringerlo a giudicarvi più tardi dei bugiardi. E se per qualche ragione scopre che non avete osato dirgli la verità, sorgerà una barriera fra voi ed egli si sentirà a disagio. È meno probabile che vi faccia altre domande più tardi per quanto sia turbato. Un altro motivo di dirgli la verità a tre anni è che il bambino è soddisfatto di una risposta semplice. Sarà un esercizio per quelle domande più difficili che verranno più tardi.
Qualche volta un bambino piccolo, cui è stato detto dove cresce il pupo, confonderà i genitori parlando come se credesse anche lui alla leggenda della cicogna. Oppure mescolerà due o tre storie contemporaneamente. È una cosa naturale. I bambini piccoli credono in parte a tutto ciò che sentono, perché hanno un’immaginazione molto vivace. Non cercano, come gli adulti, di trovare la risposta giusta e di abbandonare quelle sbagliate. Inoltre dovete ricordare che un bambino non impara niente da un solo racconto. Impara un poco per volta e rifà la stessa domanda finché si sente sicuro di avere afferrato bene la risposta; in seguito, a ogni successivo stadio di sviluppo, è pronto per una nuova prospettiva
Un passo per volta di solito è sufficiente
Rendetevi conto fin da ora che le domande di vostro figlio non saranno mai fatte esattamente nel modo o nel momento in cui ve le aspettate. È facile che un genitore s’immagini la scena al momento di andare a letto, quando il bambino è portato alle confidenze. In realtà è più facile che la domanda venga fatta proprio nel negozio del panettiere o mentre parlate per strada con una vicina incinta. Se succede così, cercate di controllare l’impulso di sgridare o peggio ancora di sculacciare il bambino. Rispondetegli subito, se potete. Se è impossibile, ditegli tranquillamente: “Te lo dirò fra un minuto”, Non fatene un avvenimento troppo solenne. Quando vi domanda perché l’erba è verde o perché i cani hanno la coda, voi gli rispondete con una noncuranza che gli dà la sensazione che sia la cosa più naturale del mondo. Cercate di mantenere la stessa naturalezza nelle vostre risposte intorno ai fatti della vita. Ricordate che sebbene questo argomento sia carico di emozione e di imbarazzo per voi, per lui si tratta di una semplice curiosità. Le domande: “Perché i bambini non vengono finché non si è sposati?” oppure: “Che cosa c’entra il papà in tutto questo?” forse non vi saranno fatte che dopo i sei anni a meno che il bambino non abbia occasione di osservare gli animali. Allora potrete spiegargli che il seme esce dal pene del papà e va nel posto dove crescerà il bambino. Probabilmente ci vorrà del tempo prima che cerchi di immaginare la scena. Quando è maturo per questo, potete introdurre nel vostro discorso qualcosa intorno all’abbracciare e all’amare. I bambini possono essere turbati se capita loro di vedere qualche traccia di mestruazione e interpretarla come l’effetto di una lesione. La mamma deve spiegare che le donne hanno questa funzione ogni mese e che non è la conseguenza di una ferita. Potete poi spiegare qualche cosa circa la funzione delle mestruazioni quando i bimbi hanno 4 anni o più.
Il bambino che non ha mai fatto domande
Come comportarsi col bambino che ha raggiunto i 4 o 5 anni o più e non ha mai fatto alcuna domanda? Qualche volta i genitori credono che ciò significhi che il bambino è molto ingenuo e non ha mai pensato a questi problemi. Quasi tutti coloro che conoscono bene i bambini sono più propensi a credere il contrario. É più probabile che il bambino abbia avuto la sensazione, dal comportamento più o meno cosciente dei genitori, che queste faccende sono imbarazzanti. State attenti per cogliere le domande indirette, gli accenni e i piccoli scherzi che il bambino userà per sondare le reazioni dei genitori. Eccovi parecchi esempi. Un ragazzo di 7 anni, che non si sospettava sapesse nulla della gravidanza, continuava a richiamare l’attenzione sul grosso addome della madre in un modo fra l’imbarazzato e lo scherzoso. Era una buona occasione (meglio tardi che mai) per dargli qualche spiegazione. Una bambinetta che è nella fase di chiedersi perché non è fatta come un maschio, talvolta fa sforzi inverosimili per urinare in piedi. I genitori possono darle una spiegazione rassicurante, anche se il bambino non ha fatto una domanda diretta. Le occasioni si presentano quasi ogni giorno nella conversazione del bambino sugli uomini, gli animali e gli uccelli; se un genitore presta attenzione alle domande indirette può aiutare il bambino a chiedere quello che vuol sapere.
Come può aiutare la scuola
Se papà e mamma hanno risposto alle prime domande con naturalezza, essi continueranno a rivolgersi a loro quando saranno più grandi e vorranno nozioni più esatte. Ma, anche la scuola ha occasione di aiutare. Molti insegnanti si adoperano perché i bambini in prima, o anche alla scuola materna, si prendano cura di animali come conigli, cavie o topi bianchi. Questo offre loro l’opportunità di familiarizzarsi con tutti i lati della vita animale: alimentazione, lotte, accoppiamento, nascite, allevamento della prole. In un certo senso è più facile apprendere questi fatti in una situazione impersonale, che completa ciò che i bambini hanno imparato dai genitori. Ma, probabilmente essi vorranno discutere e chiarire ulteriormente a casa ciò che hanno scoperto a scuola. Dopo la quinta elementare è bene insegnare la biologia in modo semplice, includendo anche una discussione sulla riproduzione. Alcune bambine della classe entreranno nella fase della pubertà e avranno bisogno di una certa conoscenza di ciò che accade. La discussione, fatta a scuola da un punto di vista piuttosto scientifico, deve aiutare il fanciullo a svilupparla più personalmente a casa.
L’educazione sessuale comincia presto, lo vogliate o no
È diffusa l’opinione che educazione sessuale significhi una lezione a scuola o un discorso solenne fatto dai genitori a casa. Questo significa avere una visione veramente limitata sull’argomento. Un bambino impara “i fatti della vita” durante tutta l’infanzia, in modo corretto o sbagliato. Il problema del sesso è assai più vasto del semplice problema di come si fanno i bambini. Comprende i rapporti a livello umano fra uomo e donna e di quali sono i loro rispettivi ruoli nel mondo. Di seguito alcuni esempi “amplificati”.
- Supponiamo che un ragazzo abbia un padre che è sgarbato e violento verso la madre. Non potete educare il ragazzo con una lezione a scuola, raccontandogli che il matrimonio è una relazione di reciproco amore e rispetto. La sua esperienza gli parla diversamente. Quando viene a conoscere il lato fisico dei rapporti fra uomo e donna da un’insegnante o dai compagni, lo adatterà al quadro che si è fatto dell’uomo: cioè, di un essere villano nei confronti della donna.
- Oppure prendete l’esempio di una ragazza che cresce sentendosi non desiderata, perché crede che i genitori preferiscano il fratello minore. Ella finirà col provare risentimento verso gli uomini, perché crede che questi abbiano tutti i vantaggi e che le donne siano sempre le vittime. Non importa quanti libri le darete o quanti discorsi le farete, riguardanti il sesso e il matrimonio. Tutto ciò che sente o prova, lo adatterà allo schema che si è fissata in mente: l’uomo è in vantaggio sulla donna. Anche se si sposa, non si adatterà al matrimonio.
Così un ragazzo incomincia la sua educazione sessuale appena è in grado di capire se padre e madre vanno d’accordo in generale fra loro, e quali sono i loro sentimenti verso i figli e le figlie.
Educazione sessuale: l’impostazione giusta nell’adolescenza
Voi forse vi siete, fatta l’idea, leggendo articoli su questo argomento, che è facile parlarne, ma non è così invece. La consapevolezza inconscia della propria sessualità, molto acuta negli adolescenti, e la rivalità nei confronti dei genitori rendono molto imbarazzante un discorso, soprattutto fra figlio e padre. Ma, anche fra madre e figlia. Così che la spiegazione esatta, o inesatta viene dagli amici, dai fratelli o sorelle, o dai libri. Un buon libro può essere molto utile, meglio se corredato da spiegazioni fatte dai genitori.
Le femmine
La ragazza deve essere informata all'inizio dello sviluppo puberale (all'incirca verso i dieci anni) che nei prossimi due anni le si svilupperanno i seni, le cresceranno i peli nella zona genitale e sotto le ascelle, che crescerà rapidamente di statura e di peso, che la pelle cambierà aspetto e potrà anche ricoprirsi di foruncoli e che circa due anni dopo l'inizio dello sviluppo puberale avrà probabilmente la prima mestruazione. Il modo di parlare del periodo mestruale ha la sua importanza. Alcune madri sottolineano che è una maledizione. Ma è un errore insistere in anticipo su quell'argomento con una ragazza che è ancora immatura e impressionabile. Altre mamme si basano sul fatto che in tali momenti la ragazza diventa molto delicata e deve avere molta cura di sé. Questo genere di discorso fa una cattiva impressione, specialmente su quelle bambine che hanno sempre un poco il rimpianto di non essere maschi e su quelle che sono facili a preoccuparsi della propria salute. Più i medici studiano i periodi mestruali, più si convincono che la maggior parte delle ragazze e delle donne possono fare una vita perfettamente sana, normale e vigorosa anche durante quei giorni. È abbastanza rara la donna che abbia sofferenze così forti da aver bisogno di riposare o di stare riguardata.
Quando una bambina è sulla soglia della pubertà, è bene che guardi al futuro serenamente, senza paure o risentimenti. La miglior cosa da sottolineare circa la mestruazione è che l'utero si prepara per il giorno in cui diventerà mamma.
Aiuterete la bambina a entrare in uno stato d'animo adeguato durante i mesi in cui attende la prima mestruazione, se le darete degli assorbenti. Si sentirà adulta e pronta ad affrontare la vita, senza aspettare che sia la vita a imporle qualcosa.
I maschi
Quando sono nella fase dello sviluppo puberale (all'incirca verso i dodici anni), bisogna spiegare loro la normalità delle erezioni e delle polluzioni notturne (emissione involontaria durante il sonno di liquido seminale). I padri che sanno che le polluzioni notturne si verificano certamente se il ragazzo è normale, e che qualche volta ci sarà probabilmente un forte stimolo di masturbazione, talvolta dicono al figlio che queste cose non sono dannose se non capitano troppo spesso. Credo sia un errore che il genitore ponga un limite, anche se largo. Il male è che l'adolescente si tormenta facilmente per la sua sessualità, immagina facilmente di essere “diverso dagli altri” o anormale.
Sentendosi dire “ fin qui è normale, più oltre è anormale”, è facile che egli si preoccupi ancora di più per il sesso. Gli stessi consigli valgono in caso che siano le bambine a masturbarsi.
Discorsi sul sesso: mantenete un tono naturale con i vostri figli
È meglio che, così come facevate quando i bimbi erano molto piccoli, i discorsi sul sesso vengano fuori di tanto in tanto, casualmente, piuttosto che tenere una solenne conferenza. Tuttavia, il genitore deve cercare di tirar fuori questo argomento molto presto, nella prima infanzia del bimbo, il quale spesso non ha il coraggio di farlo.
Un errore frequente, specialmente se i genitori stessi furono allevati col terrore del sesso, è di richiamare l’attenzione su tutti gli aspetti pericolosi di esso. Una madre nervosa ispirerà alla figlia una tale paura di rimanere incinta, che la povera ragazza avrà il terrore dei giovanotti in qualsiasi circostanza. Oppure il padre può trasmettere nel figlio la paura delle malattie veneree. Naturalmente i giovani d’ambo i sessi e nella piena adolescenza devono sapere come avviene la gravidanza e che vi sia pericolo di malattie nella promiscuità, ma questi lati spiacevoli non devono venire esposti per primi. L’adolescente deve considerare il sesso prima di tutto sano, naturale e bello.
Una cosa che i genitori preoccupati stentano a credere, ma che sanno bene coloro che hanno studiato la gioventù, è che l’adolescente contento, sensibile, fortunato raramente si mette in pasticci di ordine sessuale. Tutti i sentimenti di buon senso, di rispetto di sé e di gentilezza verso gli altri che egli si è formato attraverso gli anni, lo tengono in equilibrio anche quando attraversa una nuova fase di sviluppo. Al contrario l’adolescente che si va a mettere in cattive compagnie, di solito è un ragazzo che per annie anni ha avuto idee confuse su di sé e sugli altri.
Il pericolo di impaurire un ragazzino sensibile riguardo ai fatti sessuali è in parte quello di renderlo apprensivo e preoccupato al momento, e in parte quello di distruggere la sua capacità di adattarsi più tardi al matrimonio.
Il pudore nella famiglia
Negli ultimi cinquant’anni v’è stato un capovolgimento nei costumi, e siamo passati dall’eccessivo pudore dell’età vittoriana alla nudità parziale dei costumi da bagno e alla nudità completa di alcune famiglie di oggi. Molte persone convengono, che l’atteggiamento naturale moderno sia molto più sano. Insegnamenti di scuole materne, neuropsichiatri e psicologi confermano che è bene che i bambini piccoli di ambo sessi si vedano nudi qualche volta in casa e sulla spiaggia.
Però è probabile che alcuni bambini piccoli (dipende molto dall’impostazione familiare al riguardo) si intimidiscono se vedono regolarmente nudi i propri genitori, poiché i loro sentimenti nei riguardi di essi sono molto intensi. Il maschietto ama la mamma e prova rivalità verso il padre molto più di quanto non ne senta nei confronti di un compagno. La vista della mamma nuda potrebbe essere uno stimolo per porsi ogni giorno a confronto col papà, con risultato sfavorevole, gli potrebbe far desiderare di essere violento verso di lui.
Alcuni padri raccontano di gesti di minaccia che hanno rilevato nei loro figli di tre e quattro anni la mattina mentre essi si stavano facendo la barba. A questo punto però, il bambino si sente colpevole a causa di questi impulsi e ha paura. Anche una bambina che vede troppo spesso il padre nudo potrebbe subire stimoli troppo forti.
Questo non indica che tutti i bambini siano turbati dalla nudità dei genitori dal momento che non esistono studi o ricerche fatte a questo proposito. Siccome è probabile che ciò avvenga, sarebbe opportuno che i genitori siano più prudenti e cerchino di essere almeno decentemente vestiti. Un certo pudore va bene, purché non sia portato agli estremi. Se un genitore è sorpreso mentre è svestito o si trovi in bagno, non è il caso che si comporti in modo irritato o turbato, basta che dica: “Ti dispiace aspettare fuori mentre mi vesto?” Dopo i 6 o 7 anni, molti bambini cominciano a desiderare un po’ più di riservatezza nei loro confronti, almeno di tanto in tanto è giusto rispettare questo desiderio.