Come somministrare il biberon

I primi giorni

Di solito il primo biberon si dà circa dodici ore dopo la nascita, anche se si possa cominciare pure prima, se il neonato sembra affamato. È probabile che mangi poco nei primi pasti. Anche se prende soltanto venti grammi, non cercate di dargli di più. Spesso ci vogliono tre o quattro giorni prima che mangi la quantità di cui secondo voi avrebbe bisogno, talvolta anche una settimana o più. Non preoccupatevi; per la sua digestione è meglio un avvio graduale.    

Come procedere

È stato scoperto che i bimbi in genere amano il latte sia che questa sia tiepido o a temperatura ambiente o freddo appena tirato fuori dal frigorifero, purché la temperatura sia sempre la stessa a ogni poppata. Probabilmente la ragione principale, per la quale molti genitori riscaldano i biberon, è che essi pensano che il latte materno è tiepido e che quindi è giusto che il bimbo non debba bere un biberon di latte freddo.

Potete scaldare il biberon in un pentolino di acqua calda (a bagnomaria). È più comodo, usare uno scaldabiberon elettrico. Quasi tutti i bambini gradiscono il latte alla temperatura del corpo. Il modo migliore per provare la temperatura è di versare qualche goccia di latte sulla faccia palmare del polso. Se scotta, è troppo caldo. Sedete su di una sedia comoda e tenete il bambino appoggiato sul braccio, proprio come se gli deste il seno.

Tenete il biberon inclinato verso l’alto in modo che la tettarella sia sempre piena. In genere i bambini vogliono poppare tutto di un fiato, finché hanno bevuto tutta il latte di cui hanno bisogno. Però, ve ne sono alcuni che inghiottiscono una quantità d'aria durante la poppata e, se la bolla d'aria nello stomaco diventa troppo grande, si sentono troppo pieni e smettono di succhiare a metà biberon. In questo caso fate uscire l'aria e poi continuate. Alcuni lattanti devono ruttare due o perfino tre volte durante la poppata, altri invece no. Vedrete presto come si comporta vostro figlio. Appena il bambino smette di succhiare e sembra sazio, considerate finito il pasto. Egli sa meglio di chiunque altro quanto deve mangiare.

Siete capaci di dare il biberon?

È bene che il genitore tenga il bimbo o la bimba in braccio mentre dà il biberon, perché è una posizione naturale: il genitore e il bimbo sono vicini e possono guardarsi in viso. Il pasto è la più grande soddisfazione che un bimbo possa avere e è bene che la associ alla presenza e al viso di uno dei genitori.    

D'altra parte, però, succede talvolta che il padre non è a casa e la madre è occupata con gli altri figli o con altre faccende e diventa quindi impossibile dare il biberon in certi momenti. Questo succede di solito ai genitori dei gemelli, che devono abbandonare il biberon, per uno o per entrambi, molto spesso. Essi sostengono che vi sono molte altre occasioni per una madre e per un padre di parlare, di cullare e vezzeggiare il bimbo o la bimba; momenti di maggior calma e serenità rispetto a certi pasti che si svolgono in un`atmosfera frenetica.

È vero che ci sono altri centomila modi per mostrare il proprio amore e nessuno di essi è di per sé essenziale. È vero anche che non succede niente se i genitori talvolta non possono dare il latte e tenere in mano il biberon loro stessi, purché si diano da fare per mostrare il loro affetto in altro modo. Il consiglio ovviamente è che dovrebbero essere il più delle volte i genitori a dare il biberon.

Ad ogni modo, a sette, otto mesi molti bimbi si sentono già grandi abbastanza e non vogliono succhiare dal biberon stando nelle braccia di uno dei genitori. Preferiscono invece star seduti quando succhiano e tenere loro stessi il biberon in mano; a questo punto è ovvio che non sia il caso di obbligare il bimbo o la bimba a stare seduti sulle vostre ginocchia.

Per i bambini che preferiscono star seduti e tenere il biberon da soli, vi è una cannuccia di plastica, che va dalla tettarella fino alla base del biberon. È inserita nella tettarella ed è provvista di una valvola che fa affluire costantemente il latte dal biberon.

Fate attenzione ai buchi della tettarella

Se i buchi della tettarella sono troppo piccoli, il bambino succhierà poco e si stancherà molto, prima di aver finito. Se sono troppo larghi, si soffocherà o farà indigestione; alla fine avrà troppo poca soddisfazione dal succhiare e cercherà di succhiarsi il pollice. Di solito la velocità giusta si ha quando impiega circa venti minuti per succhiare. I buchi generalmente sono adatti per un bambino piccolo se, capovolgendo il biberon, il latte esce con un fine zampillo per uno o due secondi e poi scende a gocce. Se continua a uscire a zampillo, probabilmente è troppo rapido. Se esce a gocce lentamente fin dall’inizio, probabilmente è troppo lento. La vostra tettarella deve avere piccoli fori laterali o un sottile condotto per l`entrata dell’aria, indispensabile perché il bambino possa succhiare senza fatica e per impedire il vuoto che farebbe sgonfiare la tettarella. Dopo un po' di tempo il bambino impara da solo come abbandonare la tettarella qualche secondo per far entrare l’aria.

Per alcuni biberon, la regolazione dell'aria si ottiene mediante l`avvitamento più o meno stretto della ghiera; se vi è un vuoto parziale il bimbo deve succhiare con maggior forza e ci metterà più tempo a terminare un biberon. Se la ghiera è avvitata meno stretta la poppata sarà più veloce. Molte tettarelle nuove sono troppo lente per un bambino piccolo, ma vanno benissimo per uno più grande e più robusto. Se sono troppo lente per vostro figlio.

Alcuni biberon sono stati testati e grazie all’equilibrio tra aria che entra e latte che esce non si dovrebbero avere difficoltà relative al flusso del latte.

Per ovviare all'inconveniente dei piccoli fori ostruiti, ora si trovano le tettarelle con un taglio a croce al posto dei fori. Vedrete che il latte non esce, come pensereste, finché il bambino non succhia.

Non insistete perché il bambino beva più di quanto desidera

Il guaio principale con l`allattamento artificiale è, che la mamma può vedere quanto latte rimane. Alcuni bambini vogliono sempre la stessa quantità a ogni pasto. Ma, ve ne sono altri il cui appetito è molto più variabile. Non dovete mettervi in testa che vostro figlio debba prendere una data quantità a ogni pasto. Servirà a rassicurarvi su questo punto il sapere che un lattante al seno può succhiare fino a trecento grammi nel pasto delle 6 e soltanto centoventi grammi in quello delle 18, eppure essere completamente soddisfatto di entrambi. Se vi fidate di vostro figlio che al seno, mangia quanto ha bisogno, potete fidarvi anche quando beve dal biberon.    

È necessario stabilire questo punto, perché per ogni bambino ci può essere un problema diverso di alimentazione. Alcuni perdono l'appetito naturale con cui sono nati e fanno capricci per tutti o per molti cibi.

Questi problemi sorgono, in nove casi su dieci, perchè i genitori hanno sempre tentato, talvolta fin dalla tenera infanzia, di farli mangiare anche contro voglia. Quando insistete perché un lattante o un bambino piccolo mangi ancora qualche boccone, quando non ne vuole più, a voi sembra di aver ottenuto qualcosa, ma non è affatto così. Egli farà un taglio al pasto successivo, perché conosce la quantità e perfino le diverse qualità di alimenti di cui il suo organismo ha bisogno.

Non è necessario stimolare il bambino, poiché non ne ritrae alcun vantaggio. Invece è un sistema dannoso, perché incomincia, dopo un po' di tempo, a togliergli l’appetito e gli fa desiderare di mangiare meno di quanto il suo organismo abbia realmente bisogno.

Alla fine, l'insistenza non distrugge soltanto l`appetito, ma rende il bambino magrissimo: gli sottrae anche una parte dei suoi sentimenti positivi verso la vita. Di solito il bambino passa il primo anno di vita urlando per la fame, chiedendo da mangiare, godendosi il cibo e raggiungendo la sazietà. Una storia di successi che si ripete almeno tre volte al giorno, una settimana dopo l'altra. In lui si forma una fiducia, un’espansività, una confidenza nei genitori. Ma, se l'ora del pasto diventa una lotta, se il mangiare diventa qualcosa che si fa contro la sua voglia, egli si metterà sulla difensiva e acquisterà un atteggiamento ostile e sospettoso verso la vita e verso il prossimo.

Questo non significa che dobbiate metter via il biberon la prima volta che il bambino si ferma. Ad alcuni piace riposarsi parecchie volte durante la poppata. Ma, se appare indifferente quando gli rimettete in bocca la tettarella (e non perché debba fare il ruttino), allora è soddisfatto e anche voi dovrete esserlo. Direte: «Se aspetto dieci minuti, forse ne prenderà ancora un po' ››. Meglio non aspettare.

Il bambino che si sveglia dopo pochi minuti

Che fare col bambino che si addormenta quando ha succhiato centoventi grammi su centocinquanta e poi si sveglia e piange quindici o venti minuti dopo? Ciò può essere dovuto più facilmente a una bolla d'aria o a indigestione che alla fame. Il lattante non sente una differenza di trenta grammi, specie se si addormenta. Infatti, potrà dormire benissimo anche con mezza razione, soltanto si sveglierà un po' più presto.

Va benissimo dare al bambino una volta tanto il resto del biberon un po' più tardi, se siete sicura che ha fame. Ma sarebbe meglio non prendere l'abitudine di dividere in due la poppata, interrompendola con un sonnellino.

La cosa migliore è di non pensare subito che il bimbo pianga o si sveglia perché ha fame; dategli una possibilità di tornare a riaddormentarsi, facendo uso del ciuccio se lo ritenete necessario. In poche parole, cercate di avere la successiva poppata due o tre ore dopo.

Se il neonato beve soltanto metà biberon di latte

Una mamma si porta a casa il bambino dalla clinica e scopre che egli smette di succhiare e si addormenta quando il biberon è ancora mezzo pieno. Eppure in clinica le dicevano che lo finiva tutto. La mamma cerca di svegliarlo, di fargliene prendere ancora dieci grammi, ma è un'impresa lenta e difficile. Che cosa succede? Può darsi che sia un neonato che non si è ancora ambientato bene. Talvolta capita un bambino che rimane così pigro le prime due o tre settimane, e poi di colpo riprenda il ritmo. O forse la sua digestione si sta irrobustendo piano piano.

La cosa più utile da fare è di lasciarlo smettere quando vuole, anche se ha succhiato soltanto quaranta grammi. Non gli verrà fame, allora, molto prima dell'ora del pasto successivo? Può darsi. In tal caso dategli da mangiare. « Ma ››, direte, « allora dovrei dargli da mangiare in continuazione, notte e giorno. ›› Probabilmente non andrà così neppure in principio. Il fatto è che, se lo lasciate smettere quando vuole e lasciate che senta la fame, subito comincerà a desiderare di più i pasti e mangerà di più. Allora potrà dormire più a lungo.

Potete insegnargli ad aspettare e ad avere più fame se cercate di allungare l'intervallo fra i pasti da due a tre ore, Non prendetelo in braccio appena comincia a frignare, aspettate qualche minuto, magari si riaddormenta.

Se invece comincia a piangere molto forte vuol dire che ha fame e che dovete dargli da mangiare. Se invece continuate a spronarlo perché finisca il biberon è probabile che continuerà a essere indifferente.

Il bambino che si agita appena inizia a succhiare o che si addormenta subito

È forse frustrato da una tettarella coi buchi otturati o troppo piccoli. Capovolgendo il biberon, potete vedere se il latte esce con un fine getto. Provate comunque ad allargare i buchi o a cambiare tettarella.

Dopo quanto tempo si può ancora usare il latte aperto o tolto dal frigorifero?

Quando il biberon si trova a temperatura ambiente, i germi, eventualmente penetrati nel latte, possono moltiplicarsi rapidamente. É quindi imprudente dare al bambino un biberon pieno o mezzo usato, lasciato in carrozzina o in macchina o in casa per parecchie ore.

Se dovete allattare il bambino un paio d’ore dopo essere partiti da casa, mettete la bottiglia appena tolta dal frigorifero in una borsa con ghiaccio o avvolgetela in dieci strati di giornale (che è un buon isolante).

Se il bambino ha l'abitudine di addormentarsi a metà del pasto e poi si sveglia dopo un paio d’ore, potete rimettere il biberon in frigorifero. Ma non usatelo più di due volte.

Evitare il biberon a letto per affrettare lo svezzamento

Vi sono tre buoni motivi per svezzare un bimbo entro un anno. In alcuni casi si formano carie ai denti perché alla fine del pasto rimane sempre del latte in bocca, specialmente quando si addormenta mentre succhia dal biberon.

Alcuni genitori poi trovano che vedere un bimbo già grandicello aggirarsi per casa con il biberon in mano fa tanto « neonato››. A cinque mesi di solito i bimbi cominciano a sentirsi già grandi e non vogliono più mangiare stando in braccio ai genitori, ma preferiscono stare seduti e tenere in mano il biberon loro stessi.

Alcuni genitori piuttosto sbrigativi, vedendo che ormai la loro presenza non è più essenziale, sono inclini a mettere i bimbi nella culla, dove possono succhiare da soli dal biberon e addormentarsi subito dopo. Questa abitudine è molto pratica per far addormentare serenamente i bimbi, ma alla lunga può creare una tale abitudine che molti bimbi non riescono più a addormentarsi senza il biberon. A nove, quindici o ventuno mesi, quando i genitori tentano di saltare il biberon della buona notte, questi bimbi piangeranno disperati e non riusciranno a addormentarsi. Se volete svezzare il vostro bimbo o la vostra bimba prima di un anno, (paradossalmente) sarebbe meglio continuare a dare il biberon tenendo il bimbo in braccio.